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Con la cessione di SEA 800 milioni di euro di investimenti per “rigenerare” Milano

Written by Fabrizio Barini.

Fabrizio BariniSi avvicina la data delle primarie e i candidati alzano l’asticella. L’annuncio più clamoroso è stato quello di Francesca Balzani: tram e bus gratis per tutti entro il 2021.
Trasporti e inquinamento sono uno dei temi più trattati nel corso della campagna che porterà alla scelta del candidato sindaco del centro sinistra per il Comune di Milano.
La cifra delle forze in campo si misura quindi sul terreno delle proposte e la loro sostenibilità. L’annuncio di Balzani è stata subito additato come una “bella battuta elettorale”.
Secondo lo sfidante Pierfrancesco Majorino la copertura finanziaria è pari a 150 milioni di euro all’anno. Balzani risponde che i soldi si trovano: «è solo una questione di priorità».
La classe politica è bravissima, in campagna elettorale, a lanciare proposte di spesa pubblica per creare consenso, trascurando però le coperture. È la storia dell’Italia degli ultimi 40 anni, con risultati che conosciamo.
Ma proprio su questo terreno Beppe Sala dimostra un passo diverso. In occasione del primo dibattito tra i candidati alle primarie il manager di Expo ha lanciato una proposta forte: il Comune di Milano valorizzi parte della propria partecipazione nella SEA per finanziare progetti di rigenerazione urbana, in particolare nelle periferie. Per Sala scendere dall’attuale 55% al 30% del capitale della società che gestisce il sistema aeroportuale di Milano non metterebbe in discussione ne il controllo pubblico ne la politica dei trasporti ma libererebbe risorse da destinare allo sviluppo della città metropolitana.
Ma quanto si potrebbe ricavare da questa operazione? Nel corso degli ultimi 5 anni ci sono stati 2 tentativi di cessione di quote di SEA. Il primo nel 2011 andato a buon fine con la cessione del 30% circa del capitale al fondo infrastrutturale F2i. Il secondo invece, nel 2012, attraverso il collocamento in Borsa di una quota del 24%, fallì a causa delle turbolenze dei mercati finanziari. Nel primo caso il 100% di SEA venne valutato 1,3 miliardi di euro, nel secondo 800 milioni (al minimo della forchetta di prezzo offerta agli investitori). Oggi, ipotizzando una rivalutazione in linea con la performance della Borsa di Milano nel periodo 2013-15, si arriverebbe ad una cifra intorno a 1 miliardo di euro. Ma sulla base delle valutazioni di mercato delle società considerate comparabili a SEA si potrebbe salire a 1,5 miliardi di euro.
Facendo una semplice media tra i 4 valori si arriva a una stima di circa 1,1 miliardi di euro, che, ipotizzando una cessione del 25% del capitale di SEA, porterebbe nelle casse del Comune 275 milioni di euro. A queste risorse andrebbero poi aggiunte quelle messe a disposizione del sistema bancario o del mercato dei capitali attraverso nuove forme di finanziamento (social bond per esempio): ragionevolmente ulteriori 500 milioni. Nel complesso si tratta di 800 milioni di euro. Un tesoretto che consentirebbe di raddoppiare lo stanziamento annuale di opere pubbliche (Piano municipale 2016-19).
Ma come spendere queste risorse? Concentrando questa disponibilità sui 3.000 appartamenti di proprietà del Comune di Milano si tratterebbe di 270mila euro ad alloggio. Cifra che potrebbe salire a 300mila grazie ai benefici ottenibili in fase di gara. Si tratta ovviamente di stime, la cui affidabilità dipende anche dai limiti imposti dal patto di stabilità nell’uso delle risorse, ma che rappresentano comunque un ordine di grandezza su cui iniziate a ragionare per capire la portata della proposta di Sala. Serve concretezza ma anche pensare in grande per fare ancora più grande Milano.

Per seguire l'attività di Fabrizio Barini: Sito Web - Twitter @FabrizioBarini

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