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Quarant'anni, si cambia

Written by Lorenzo Gaiani.

Lorenzo GaianiMi ricordo lo spot televisivo che celebrava il primo decennale di "Repubblica" nel 1986. Si apriva con un giovanotto dal look decisamente "sinistrese", barba lunga e sciarpa rossa, che arrivava in bicicletta dall'edicolante per chiedere il primo numero del giornale, dieci anni prima. Dieci anni dopo, lo stesso giovanotto, con impeccabile doppiopetto, sedeva alla sua scrivania manageriale leggendo "Repubblica", mentre entrava la segretaria che annunciava al "dottore" che la riunione stava per cominciare.
Ecco dunque la parabola, in un solo decennio, del giornale che si proponeva come organo di riferimento degli "arrivati" (e magari anche degli arrivisti).
Eugenio Scalfari ha concepito il suo giornale come il pedagogo universale della società e della politica italiane, complice l'indebolimento delle culture politiche (mai la DC od il PCI dei tempi d'oro avrebbero pensato di dover pendere dalle labbra di un vate esterno, oltretutto con un passato politico discutibile).
Negli ultimi tempi l'espansione dell'ego del Fondatore è degenerata nella pretesa di farsi filosofo e magari teologo, continuando a voler dettare l'agenda politica anche quando ormai emergeva una nuova generazione che delle sue lezioni tranquillamente si disinteressa.
Ezio Mauro, giornalista diligente e capace, non è stato in grado di imporre una linea direttoriale chiara e di smarcarsi dal padrinato del Fondatore, ed anzi ha accentuato l'invadenza del giornale nelle questioni politiche anche nelle edizioni cittadine, come dimostra il pesante interventismo nelle primarie milanesi a favore di certune posizioni.
Spero che Mario Calabresi abbia l'onestà intellettuale e professionale di sapere che un giornale, prima di ogni altra cosa, è soltanto un giornale.

Per seguire l'attività di Lorenzo Gaiani: sito web - pagina facebook

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