La nostra patria Europa
Intervento di Agenzia Sir.
La figura di Alcide De Gasperi, del quale oggi ricorrono i 70 anni della morte, è ricordata nei siti delle istituzioni europee. Nel sito del Parlamento europeo si legge: “Alcide De Gasperi (1881-1954), statista italiano: dopo il passaggio del Trentino all’Italia, è eletto deputato nel 1921.
Conoscerà il carcere durante il fascismo prima di ottenere asilo in Vaticano. Prigionia e guerra radicano in lui la convinzione che soltanto un’Europa unita potrà evitare il ripetersi di conflitti e dittature. Nel dopoguerra, ha un ruolo di primo piano nella vita politica italiana, in qualità di presidente del Consiglio e ministro degli Esteri. Con un’azione costantemente ispirata all’ideale di pacifica cooperazione tra i popoli e varie iniziative in favore dell’integrazione europea, è tra i padri fondatori dell’Unione. Nel 1954 è eletto presidente dell’Assemblea della Comunità europea del carbone e dell’acciaio”.
Il Parlamento europeo ha fra l’altro ripubblicato uno dei più noti discorsi europeisti di De Gasperi, “La nostra patria Europa”, pronunciato alla Conferenza parlamentare europea di Parigi il 21 aprile 1954. “De Gasperi – si legge nel sito dell’Euroassemblea – ricorda che soltanto qualche anno prima aveva ascoltato le sanzioni di guerra nella stessa sala, che ora accoglieva invece i parlamentari di molti Paesi europei impegnati a elaborare un progetto comune in un clima di fiducia”. Secondo lo statista, “affinché l’unione dei popoli europei posi su solide basi, è necessario che sia impregnata da un’idea architettonica unitaria in grado di armonizzare differenti tendenze in una prospettiva condivisa. Questo significa, per esempio, che una vera unione richiede il contributo di tutte le forze democratiche che incarnano la tradizione politica, sociale e culturale del continente e non può limitarsi soltanto ad alcune di esse”. “Inoltre, De Gasperi vede il cristianesimo all’origine della civiltà europea, sottolineando che con questo non intende introdurre un’ottica confessionale. Vuole ricordare, invece, l’importanza dell’eredità comune rappresentata da una morale unitaria che accorda un ruolo centrale alla persona umana”.
La figura di Alcide De Gasperi, del quale oggi ricorrono i 70 anni della morte, è ricordata nei siti delle istituzioni europee. Nel sito del Parlamento europeo si legge: “Alcide De Gasperi (1881-1954), statista italiano: dopo il passaggio del Trentino all’Italia, è eletto deputato nel 1921.
Conoscerà il carcere durante il fascismo prima di ottenere asilo in Vaticano. Prigionia e guerra radicano in lui la convinzione che soltanto un’Europa unita potrà evitare il ripetersi di conflitti e dittature. Nel dopoguerra, ha un ruolo di primo piano nella vita politica italiana, in qualità di presidente del Consiglio e ministro degli Esteri. Con un’azione costantemente ispirata all’ideale di pacifica cooperazione tra i popoli e varie iniziative in favore dell’integrazione europea, è tra i padri fondatori dell’Unione. Nel 1954 è eletto presidente dell’Assemblea della Comunità europea del carbone e dell’acciaio”.
Il Parlamento europeo ha fra l’altro ripubblicato uno dei più noti discorsi europeisti di De Gasperi, “La nostra patria Europa”, pronunciato alla Conferenza parlamentare europea di Parigi il 21 aprile 1954. “De Gasperi – si legge nel sito dell’Euroassemblea – ricorda che soltanto qualche anno prima aveva ascoltato le sanzioni di guerra nella stessa sala, che ora accoglieva invece i parlamentari di molti Paesi europei impegnati a elaborare un progetto comune in un clima di fiducia”. Secondo lo statista, “affinché l’unione dei popoli europei posi su solide basi, è necessario che sia impregnata da un’idea architettonica unitaria in grado di armonizzare differenti tendenze in una prospettiva condivisa. Questo significa, per esempio, che una vera unione richiede il contributo di tutte le forze democratiche che incarnano la tradizione politica, sociale e culturale del continente e non può limitarsi soltanto ad alcune di esse”. “Inoltre, De Gasperi vede il cristianesimo all’origine della civiltà europea, sottolineando che con questo non intende introdurre un’ottica confessionale. Vuole ricordare, invece, l’importanza dell’eredità comune rappresentata da una morale unitaria che accorda un ruolo centrale alla persona umana”.