A Milano servono 300 milioni di euro
Intervista del Corriere ad Arianna Censi.
«Quando si parla di mobilità bisogna far sì che tutto si tenga, perché ogni intervento è legato a un altro. Lo sforzo che facciamo è costruzione una città più sicura e più vivibile». Tuttavia, Arianna Censi, classe 1961, assessora alla Mobilità dall’ottobre 2021, non nega che alcune difficoltà in questo momento a Milano ci siano. «Uso i mezzi pubblici tutti i giorni e vedo che ci sono elementi di minore qualità, fermo restando l’alto livello». C’è però un aspetto su cui Censi si dice «molto contenta: i dati in calo di Area B e C, che ci dicono che progressivamente sta diminuendo il numero di veicoli inquinanti che entrano in città».
Partiamo dalle difficoltà che vive la città. In un anno Atm, come raccontato su queste pagine, ha tagliato 412 mila corse. Bus, tram e metrò hanno ritardi anche fino a 30 minuti. Cosa sta succedendo?
«Continuo a pensare che i nostri trasporti siano eccellenti. Ma se mancano 300 autisti è ovvio che ci saranno problemi. Il capitale umano deve essere sostenuto e implementato».
Molti criticano l’introduzione dell’orario estivo. Si può abolire?
«L’orario estivo fa parte del contratto di servizio tra Comune e Atm. Se vogliamo rivederlo bisogna vedere le disponibilità economiche. Non sono contraria ad avere un unico orario tutto l’anno, visto che la vita e il lavoro son cambiati, però ci servono più soldi: noi già spendiamo il 35% della spesa corrente per sostenere il tpl, nessun’altra città italiana ha questa incidenza. E non possiamo aumentarla perché sono tasse dei cittadini, per cui se la rivedo all’insù devo ridurla per gli asili nido, il welfare, l’educazione. Quindi è necessario un intervento nazionale. Se fa fatica Milano, quanto potranno far fatica le altre città?».
Dicevamo: la mancanza di autisti. Atm assicura che entro il primo trimestre 2025 assumerà tutti i 300 mancanti, il problema è chi se ne va per colpa del caro vita.
«Mettiamo a disposizione una buona quantità di benefit per attrarre, ma è il contratto collettivo che deve essere garantito».
Il Comune con la contrattazione di secondo livello non potrebbe aumentare gli stipendi, visto che Atm è una sua partecipata?
«Non credo sia possibile, perché gli stipendi rientrano nel Bilancio come spesa corrente e come detto non possiamo aumentare quest’investimento».
Come si superano le criticità?
«Con un robusto investimento a livello nazionale. Bisogna implementare il fondo nazionale per il tpl: per Milano vuol dire almeno 150 milioni di euro in più e altrettanti per l’area metropolitana».
Nelle ultime due estati c’è stato un rincaro del ticket Atm (e Trenord) per via dell’adeguamento Istat. Anche quest’anno?
«No, lo abbiamo evitato. Preciso però che nei due precedenti noi abbiamo coperto la nostra quota di aumento: se è rincarato è perché Regione non ha coperto la sua».
Torniamo ai dati di Area B e C. Chi li contesta sostiene che non comprendono il numero di vetture in ingresso prima delle 7.30 e dopo le 19.30 quando Area B e C non sono attive...
«Pubblichiamo quelli di quando sono attive perché dobbiamo tutelare il diritto di libera circolazione previsto dalla Costituzione. Area B è la Ztl più grande d’Europa, occupando oltre l’85% del territorio cittadino e condiziona i cambiamenti della maggior parte delle persone: è chiaro che se diminuisce in assoluto il numero di auto inquinanti, significa che è in atto un cambiamento della flotta, che vale sempre, anche quando non sono attive le Ztl. Aggiungo che Area B prevede anche il divieto di circolazione».
I controlli per il divieto di circolazione ci sono?
«Ovviamente meno di quanto riusciamo. Perché c’è un problema di fondo: serve che il ministero dei Trasporti autorizzi ogni telecamera a sanzionare più di una trasgressione al Codice della strada, cosa che oggi non avviene perché ogni occhio elettronico ne sanziona una sola. Se il Mit capirà questo, allora saremo un Paese più civile. Le grandi città hanno la necessità di intervenire sul tema del traffico, della qualità dell’aria, della sicurezza e della salute, utilizzando le leve della tecnologia per tutelare il 95% della popolazione che rispetta le regole».
In autunno arriva la Ztl al Quadrilatero, su cui il Mit ad oggi non ha rilasciato l’autorizzazione per attivarla. Slitterà al 2025?
«Interloquiamo continuamente con il ministero, i cui tecnici sono attenti a quello che accade qui perché Milano anticipa quel che accadrà nelle altre città. La Ztl al Quadrilatero ha una importante innovazione, da sperimentare: per la prima volta le telecamere sono sia in uscita che in entrata. Il Mit sta verificando questo. Oggi faremo l’ordinanza e a quel punto mancherà solo l’ok da Roma. Ma non slitterà al 2025».
Quando apre M4?
«A fine settembre».
«Quando si parla di mobilità bisogna far sì che tutto si tenga, perché ogni intervento è legato a un altro. Lo sforzo che facciamo è costruzione una città più sicura e più vivibile». Tuttavia, Arianna Censi, classe 1961, assessora alla Mobilità dall’ottobre 2021, non nega che alcune difficoltà in questo momento a Milano ci siano. «Uso i mezzi pubblici tutti i giorni e vedo che ci sono elementi di minore qualità, fermo restando l’alto livello». C’è però un aspetto su cui Censi si dice «molto contenta: i dati in calo di Area B e C, che ci dicono che progressivamente sta diminuendo il numero di veicoli inquinanti che entrano in città».
Partiamo dalle difficoltà che vive la città. In un anno Atm, come raccontato su queste pagine, ha tagliato 412 mila corse. Bus, tram e metrò hanno ritardi anche fino a 30 minuti. Cosa sta succedendo?
«Continuo a pensare che i nostri trasporti siano eccellenti. Ma se mancano 300 autisti è ovvio che ci saranno problemi. Il capitale umano deve essere sostenuto e implementato».
Molti criticano l’introduzione dell’orario estivo. Si può abolire?
«L’orario estivo fa parte del contratto di servizio tra Comune e Atm. Se vogliamo rivederlo bisogna vedere le disponibilità economiche. Non sono contraria ad avere un unico orario tutto l’anno, visto che la vita e il lavoro son cambiati, però ci servono più soldi: noi già spendiamo il 35% della spesa corrente per sostenere il tpl, nessun’altra città italiana ha questa incidenza. E non possiamo aumentarla perché sono tasse dei cittadini, per cui se la rivedo all’insù devo ridurla per gli asili nido, il welfare, l’educazione. Quindi è necessario un intervento nazionale. Se fa fatica Milano, quanto potranno far fatica le altre città?».
Dicevamo: la mancanza di autisti. Atm assicura che entro il primo trimestre 2025 assumerà tutti i 300 mancanti, il problema è chi se ne va per colpa del caro vita.
«Mettiamo a disposizione una buona quantità di benefit per attrarre, ma è il contratto collettivo che deve essere garantito».
Il Comune con la contrattazione di secondo livello non potrebbe aumentare gli stipendi, visto che Atm è una sua partecipata?
«Non credo sia possibile, perché gli stipendi rientrano nel Bilancio come spesa corrente e come detto non possiamo aumentare quest’investimento».
Come si superano le criticità?
«Con un robusto investimento a livello nazionale. Bisogna implementare il fondo nazionale per il tpl: per Milano vuol dire almeno 150 milioni di euro in più e altrettanti per l’area metropolitana».
Nelle ultime due estati c’è stato un rincaro del ticket Atm (e Trenord) per via dell’adeguamento Istat. Anche quest’anno?
«No, lo abbiamo evitato. Preciso però che nei due precedenti noi abbiamo coperto la nostra quota di aumento: se è rincarato è perché Regione non ha coperto la sua».
Torniamo ai dati di Area B e C. Chi li contesta sostiene che non comprendono il numero di vetture in ingresso prima delle 7.30 e dopo le 19.30 quando Area B e C non sono attive...
«Pubblichiamo quelli di quando sono attive perché dobbiamo tutelare il diritto di libera circolazione previsto dalla Costituzione. Area B è la Ztl più grande d’Europa, occupando oltre l’85% del territorio cittadino e condiziona i cambiamenti della maggior parte delle persone: è chiaro che se diminuisce in assoluto il numero di auto inquinanti, significa che è in atto un cambiamento della flotta, che vale sempre, anche quando non sono attive le Ztl. Aggiungo che Area B prevede anche il divieto di circolazione».
I controlli per il divieto di circolazione ci sono?
«Ovviamente meno di quanto riusciamo. Perché c’è un problema di fondo: serve che il ministero dei Trasporti autorizzi ogni telecamera a sanzionare più di una trasgressione al Codice della strada, cosa che oggi non avviene perché ogni occhio elettronico ne sanziona una sola. Se il Mit capirà questo, allora saremo un Paese più civile. Le grandi città hanno la necessità di intervenire sul tema del traffico, della qualità dell’aria, della sicurezza e della salute, utilizzando le leve della tecnologia per tutelare il 95% della popolazione che rispetta le regole».
In autunno arriva la Ztl al Quadrilatero, su cui il Mit ad oggi non ha rilasciato l’autorizzazione per attivarla. Slitterà al 2025?
«Interloquiamo continuamente con il ministero, i cui tecnici sono attenti a quello che accade qui perché Milano anticipa quel che accadrà nelle altre città. La Ztl al Quadrilatero ha una importante innovazione, da sperimentare: per la prima volta le telecamere sono sia in uscita che in entrata. Il Mit sta verificando questo. Oggi faremo l’ordinanza e a quel punto mancherà solo l’ok da Roma. Ma non slitterà al 2025».
Quando apre M4?
«A fine settembre».
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