Enea, una persona che si faceva ricordare
Articolo di Manuel Sciurba.
Alla notizia della scomparsa prematura di Enea sono stato colto non soltanto da un profondo dolore per la perdita della persona, del collega e del compagno, ma anche da un forte senso di inquietudine, paragonabile a quando si apprende che una personalità che ha in qualche modo caratterizzato e influenzato una fase ormai lontana della tua vita non c’è più.
E allora improvvisamente quell’avvenimento diventa la chiave per riaprire vecchi cassetti dei ricordi, mentre altri si chiudono definitivamente. Per me il ricordo di Enea è e resterà sempre legato ai miei primi anni di militanza politica, essendo una delle prime persone che ho conosciuto all’interno del partito e del circolo a cui decisi di iscrivermi all’età di 19 anni, e ovviamente all’esperienza da Consigliere di Municipio, che ci ha visti colleghi per 5 anni.
La prima cosa che si può ricordare di Enea è che era innanzitutto una persona che si faceva ricordare, che lasciava sempre un segno e un’impronta del suo passaggio. Nelle riunioni si percepiva la sua presenza e, quando non ci si trovava d’accordo su un certo tema, si sapeva che il confronto con lui sarebbe stato duro, sempre leale e onesto, ma duro. Perché Enea possedeva un’altra caratteristica che ne forgiava il carattere, che era un’autentica e inestinguibile passione politica, tipica di una generazione che, per dirla con Giorgio Gaber, aveva riempito le strade e le piazze “sicura di ridare un senso alla propria vita”. Una passione politica che si traduceva in un peculiare spirito di servizio, che lo portava ad essere sempre in prima fila ma mai per esibizionismo o tornaconto personale, bensì sempre a beneficio di una causa superiore, che fosse il partito, il suo territorio e il quartiere a cui era fortemente legato, o una battaglia politica che gli stava particolarmente a cuore.
Se dunque ciò che rimane di ciascuna persona è il ricordo che porta e il ricordo che lascia, di Enea si può dire che il ricordo che porta è quello di un uomo combattivo, tenace, che lottava con le unghie e con i denti per ciò in cui credeva; mentre il ricordo che lascia è quello di un uomo onesto e generoso, rispettato e stimato da tutti, amici e avversari, e che spero di aver commemorato in modo degno con questo mio ricordo vero e sincero; vero e sincero come Enea sapeva essere sia come persona che come politico.
Alla notizia della scomparsa prematura di Enea sono stato colto non soltanto da un profondo dolore per la perdita della persona, del collega e del compagno, ma anche da un forte senso di inquietudine, paragonabile a quando si apprende che una personalità che ha in qualche modo caratterizzato e influenzato una fase ormai lontana della tua vita non c’è più.
E allora improvvisamente quell’avvenimento diventa la chiave per riaprire vecchi cassetti dei ricordi, mentre altri si chiudono definitivamente. Per me il ricordo di Enea è e resterà sempre legato ai miei primi anni di militanza politica, essendo una delle prime persone che ho conosciuto all’interno del partito e del circolo a cui decisi di iscrivermi all’età di 19 anni, e ovviamente all’esperienza da Consigliere di Municipio, che ci ha visti colleghi per 5 anni.
La prima cosa che si può ricordare di Enea è che era innanzitutto una persona che si faceva ricordare, che lasciava sempre un segno e un’impronta del suo passaggio. Nelle riunioni si percepiva la sua presenza e, quando non ci si trovava d’accordo su un certo tema, si sapeva che il confronto con lui sarebbe stato duro, sempre leale e onesto, ma duro. Perché Enea possedeva un’altra caratteristica che ne forgiava il carattere, che era un’autentica e inestinguibile passione politica, tipica di una generazione che, per dirla con Giorgio Gaber, aveva riempito le strade e le piazze “sicura di ridare un senso alla propria vita”. Una passione politica che si traduceva in un peculiare spirito di servizio, che lo portava ad essere sempre in prima fila ma mai per esibizionismo o tornaconto personale, bensì sempre a beneficio di una causa superiore, che fosse il partito, il suo territorio e il quartiere a cui era fortemente legato, o una battaglia politica che gli stava particolarmente a cuore.
Se dunque ciò che rimane di ciascuna persona è il ricordo che porta e il ricordo che lascia, di Enea si può dire che il ricordo che porta è quello di un uomo combattivo, tenace, che lottava con le unghie e con i denti per ciò in cui credeva; mentre il ricordo che lascia è quello di un uomo onesto e generoso, rispettato e stimato da tutti, amici e avversari, e che spero di aver commemorato in modo degno con questo mio ricordo vero e sincero; vero e sincero come Enea sapeva essere sia come persona che come politico.