Successo dei sindaci perché sono figure credibili
Nel risultato del Pd alle elezioni europee "da un lato c'è il successo di figure politiche riconoscibili e credibili perché legate ai territori. Dall'altra c'è il merito della Schlein che ha incarnato una leadership coraggiosa, giovane e fresca. Ha intuito la forza di liste molto plurali in cui si poteva valorizzare la componente dei territori e la forza dei sindaci". Lo spiega Dario Nardella, sindaco uscente a Firenze che ha avuto 106 mila preferenze alle europee con il Pd, in un'intervista a Il Messaggero.
"La nostra forza è che abbiamo una classe politica e di governo che parla coi cittadini, i giovani, la società", prosegue Nardella secondo cui però "non esiste un partito dei sindaci, non lo è il Pd e secondo me non deve esserlo il Pd. Non esiste una corrente dei sindaci nel Pd".
" Esiste invece un partito con i sindaci e tra le tante frecce nell'arco abbiamo anche quella degli amministratori. In Europa possiamo portare questo valore aggiunto di esperienza sul territorio - conclude -. È ciò di cui ha bisogno l'Europa: essere percepita dai cittadini come un ente molto vicino e concreto. Il linguaggio dei sindaci potrà essere molto utile nel Partito socialista europeo".
"Secondo me si deve molto a Elly Schlein. Ha azzeccato i temi della campagna elettorale, ha spinto sulla questione centrale della sanità, ha incarnato una leadership giovane ed energica e ha indovinato le liste. Infatti il mix delle candidature di sindaci, esponenti politici e società civile ha funzionato, mentre gli altri partiti si sono focalizzati solo sui leader o su 'personaggi fenomeno' alla Vannacci". E' quanto afferma, intervistato dal Corriere della Sera, Dario Nardella, sindaco uscente di Firenze, eletto eurodeputato con il Pd.
Per Nardella, sono "maturi i tempi per costruire una grande coalizione che vada dai moderati ai 5 Stelle, ma attenti a ridurre tutto a un'alleanza di ceto politico, dobbiamo partire dai temi e dai bisogni dei cittadini. E in tal senso lancio un invito alle altre forze dell'opposizione: perché non raccogliete anche voi la proposta di legge a firma Schlein sulla sanità pubblica (portare la spesa sanitaria al 7,5% del Pil) per farne una bandiera di tutta la coalizione, così come è stato per il salario minimo? E ancora: perché non lanciamo tutti insieme una controffensiva forte sul premierato e sull'autonomia differenziata? Cominciamo da qui a costruire l'alternativa a Meloni".
"La nostra forza è che abbiamo una classe politica e di governo che parla coi cittadini, i giovani, la società", prosegue Nardella secondo cui però "non esiste un partito dei sindaci, non lo è il Pd e secondo me non deve esserlo il Pd. Non esiste una corrente dei sindaci nel Pd".
" Esiste invece un partito con i sindaci e tra le tante frecce nell'arco abbiamo anche quella degli amministratori. In Europa possiamo portare questo valore aggiunto di esperienza sul territorio - conclude -. È ciò di cui ha bisogno l'Europa: essere percepita dai cittadini come un ente molto vicino e concreto. Il linguaggio dei sindaci potrà essere molto utile nel Partito socialista europeo".
"Secondo me si deve molto a Elly Schlein. Ha azzeccato i temi della campagna elettorale, ha spinto sulla questione centrale della sanità, ha incarnato una leadership giovane ed energica e ha indovinato le liste. Infatti il mix delle candidature di sindaci, esponenti politici e società civile ha funzionato, mentre gli altri partiti si sono focalizzati solo sui leader o su 'personaggi fenomeno' alla Vannacci". E' quanto afferma, intervistato dal Corriere della Sera, Dario Nardella, sindaco uscente di Firenze, eletto eurodeputato con il Pd.
Per Nardella, sono "maturi i tempi per costruire una grande coalizione che vada dai moderati ai 5 Stelle, ma attenti a ridurre tutto a un'alleanza di ceto politico, dobbiamo partire dai temi e dai bisogni dei cittadini. E in tal senso lancio un invito alle altre forze dell'opposizione: perché non raccogliete anche voi la proposta di legge a firma Schlein sulla sanità pubblica (portare la spesa sanitaria al 7,5% del Pil) per farne una bandiera di tutta la coalizione, così come è stato per il salario minimo? E ancora: perché non lanciamo tutti insieme una controffensiva forte sul premierato e sull'autonomia differenziata? Cominciamo da qui a costruire l'alternativa a Meloni".