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Milano chiama Parigi, per il clima

Written by Fabrizio Barini.

Fabrizio BariniMilano chiama Parigi, per il clima. La capitale francese ancora scossa dagli orrendi attentati costati la vita a 130 persone si appresta ad accogliere la più importante e attesa conferenza mondiale sui cambiamenti climatici degli ultimi 23 anni.
La sfida per contenere il riscaldamento del pianeta causato dai gas serra è grande tanto quanto quella della lotta al terrorismo. Nel corso degli ultimi 5 anni il costo dei disastri legati ai cambiamenti climatici è stato di quasi 500 miliardi di dollari: ovvero tre volte superiore al costo registrato in tutti gli anni ’70.
Secondo un rapporto dell’Onu tra il 2009 la fine del 2013, più di 650 milioni di persone sono state colpite dai disastri legati al clima e 112.000 hanno perso la vita.
I fenomeni atmosferici estremi sono anche la principale causa di “emigrazione” dai Paesi del Sud verso quelli del Nord, venendo prima dei fattori economici e delle guerre.
Quello di Parigi (COP 21) sarà il quarto tentativo dal 1992 di trovare un accordo globale per fermare le catastrofi e forse, potrebbe essere la volta buona: 160 nazioni, che rappresentano insieme il 90% di tutte le emissioni di gas serra del mondo, hanno già sottoscritto un piano volontario di riduzione delle emissioni e l’impegno a verificarne i risultati ogni 5 anni. Se tutti manterranno fede agli impegni allora il target di contenimento del surriscaldamento globale entro i 2 gradi potrebbe essere raggiunto. Ma cosa altrettanto positiva, grazie agli investimenti per fronteggiare i cambiamenti climatici nei prossimi 15 anni potrebbero essere attivati investimenti per 90mila miliardi di dollari (quasi 50 volte il PIL italiano) nel campo delle infrastrutture energetiche (rinnovabili), nelle città (intelligenti) e nell’agricoltura (sostenibile).
In questa prospettiva l’Europa potrà giocare un ruolo di primo piano avendo raggiunto in anticipo, purtroppo anche a causa degli effetti della crisi economica, gli obiettivi di riduzione delle emissioni fissate dal protocollo di Kyoto. Inoltre il Parlamento Europeo si appresta ad esaminare la riforma dell’Emissions Trading System ovvero il meccanismo di regole per il contenimento delle emissioni di gas serra da parte delle imprese più inquinanti attraverso l’uso di strumenti finanziari (in alternativa al modello della carbon tax).
Lo schema contiene importanti novità che rafforzeranno la prospettiva di una costante riduzione delle emissioni nocive senza però compromettere la competitività delle imprese. Un passaggio fondamentale per arrivare a una proposta complessiva e definitiva è però l’esito della conferenza di Parigi che diventa a questo punto fondamentale per il futuro della politica industriale europea. La riforma dell’ETS e i risultati della COP 21 porteranno con se la necessità di una maggiore armonia e coordinamento tra tutti i paesi europei per l’applicazione delle regole della lotta ai cambiamenti climatici.
Da qui la necessità di istituire un soggetto regolatore unico in Europa in questa materia anziché delegare la vigilanza sul sistema in capo alle singole autorità nazionali (in Italia la Consob) ancora impreparate e troppo impegnare sul altri fronti come la riforma del sistema bancario.
In questa prospettiva si fa avanti la proposta che l’organismo di vigilanza europea per il mercato ETS sia basato a Milano. Una città che ha storicamente messo insieme un vocazione industriale con quella finanziaria e che con Expo, ha sposato anche la missione di proteggere il pianeta dagli eccessi delle attività umane.
Un’occasione per discutere di questa idea sarà l’evento “riscopriamo la vera Europa” organizzato dagli Eurodeputati PD il 28 novembre prossimo a Milano ed in particolare il tavolo l’Europa dell’Energia coordinato dall’On. Flavio Zanonato già ministro dello Sviluppo Economico nel governo Letta.

Per seguire l'attività di Fabrizio Barini: Profilo Facebook - Twitter @FabrizioBarini

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