A Cutro sono naufragate le promesse dell'Europa
"Oggi sulla spiaggia di Cutro giace un altro relitto: sono le promesse naufragate dell'Europa dopo la tragedia di un anno fa. Sono i principi stessi di libertà, dignità e giustizia". Così in un intervento sulla Stampa il fondatore di Libera don Luigi Ciotti.
"Ciò su cui la nostra democrazia si fonda, ormai affonda - aggiunge - L'Onu parla di una media di 4 morti al giorno nel Mediterraneo, negli ultimi due mesi. Affonda insieme alle verità che non si riescono a trovare, perché dopo un anno ancora ignoriamo se quelle persone si sarebbero potute salvare, e chi ha deciso di non farlo".
"Un anno fa l'Italia intera si è commossa per il destino tragico di uomini, donne e bambini morti a poche decine di metri dalla nostra costa - dice ancora - Tutti allora sono venuti a Cutro a piangerli, incluse le istituzioni. C'è una gigantesca ipocrisia, nelle politiche italiane ed europee sull'immigrazione: da un lato ci si appella al diritto, dall'altro si calpestano i diritti. Si mortifica lo sforzo di chi presidia le acque del Mediterraneo per salvare le persone in pericolo. Mentre le ong sono accusate di agevolare il traffico di migranti, si scende a patti con Paesi dittatoriali che in quel traffico sono direttamente coinvolti, traendone profitto su due fronti: quello legale degli accordi con l'Occidente, quello illegale degli affari con le mafie".
"E' evidente che commuoversi non basta - conclude don Ciotti - Bisogna muoversi, fare uno scatto avanti concreto: cambiare le leggi, punire non i disperati ma chi approfitta della loro disperazione. Non interventi spot, non occasione di facile propaganda. Questo ci chiedono le vittime di Cutro e di tutti i naufragi senza nome".
"Ciò su cui la nostra democrazia si fonda, ormai affonda - aggiunge - L'Onu parla di una media di 4 morti al giorno nel Mediterraneo, negli ultimi due mesi. Affonda insieme alle verità che non si riescono a trovare, perché dopo un anno ancora ignoriamo se quelle persone si sarebbero potute salvare, e chi ha deciso di non farlo".
"Un anno fa l'Italia intera si è commossa per il destino tragico di uomini, donne e bambini morti a poche decine di metri dalla nostra costa - dice ancora - Tutti allora sono venuti a Cutro a piangerli, incluse le istituzioni. C'è una gigantesca ipocrisia, nelle politiche italiane ed europee sull'immigrazione: da un lato ci si appella al diritto, dall'altro si calpestano i diritti. Si mortifica lo sforzo di chi presidia le acque del Mediterraneo per salvare le persone in pericolo. Mentre le ong sono accusate di agevolare il traffico di migranti, si scende a patti con Paesi dittatoriali che in quel traffico sono direttamente coinvolti, traendone profitto su due fronti: quello legale degli accordi con l'Occidente, quello illegale degli affari con le mafie".
"E' evidente che commuoversi non basta - conclude don Ciotti - Bisogna muoversi, fare uno scatto avanti concreto: cambiare le leggi, punire non i disperati ma chi approfitta della loro disperazione. Non interventi spot, non occasione di facile propaganda. Questo ci chiedono le vittime di Cutro e di tutti i naufragi senza nome".