Proteggere la salute mentale dei giovani
Articolo di Beatrice Lorenzin.
In America qualcosa si muove: i social network sono nati lì e da lì si inizia a correre ai ripari.
Strumenti nati con l’intento di connettere le persone, hanno mostrato il lato oscuro della medaglia: la dipendenza che creano e le sue conseguenze nefaste. Ma da noi, in Italia, questo è ancora un argomento tabù.
La dipendenza e manipolazione sono solo due delle tante criticità dei social.
Su di essi viaggia veloce il bullismo, alimentato dalla sensazione di anonimato e di impunità che i social garantiscono.
Gli abusi sono frequenti e spesso rimangono impuniti, lasciando cicatrici profonde nelle vittime. Inoltre, l’abuso dell’utilizzo dei social ha ripercussioni anche sulle capacità cognitive e relazionali, compromettendo la capacità di concentrarsi e di interagire nel mondo reale. È tempo di agire con urgenza, soprattutto per proteggere le generazioni più giovani.
Qualcosa è stato fatto in termini di legislazione per rendere più sicuri gli spazi digitali, per intervenire sul cyberbullismo, ma occorre intensificare la normativa agendo trasversalmente e strutturalmente. Partire dalle scuole con il rendere obbligatoria l’educazione di bambini e gli adolescenti a un uso consapevole e responsabile del web e dei dispositivi, è fondamentale per preservare la loro salute mentale e il loro benessere psicologico. Dobbiamo mettere in atto misure concrete, sia a livello legislativo che educativo, per garantire che i social non diventino una prigione dalla quale è difficile fuggire.
Bisogna promuovere una cultura digitale sana e equilibrata, sensibilizzare le famiglie alle conseguenze dell’eccessiva esposizione, far comprendere a giovani e adulti che l’online e l’offline possono coesistere in armonia, senza compromettere la libertà, la dignità la salute mentale di tutti.
In America qualcosa si muove: i social network sono nati lì e da lì si inizia a correre ai ripari.
Strumenti nati con l’intento di connettere le persone, hanno mostrato il lato oscuro della medaglia: la dipendenza che creano e le sue conseguenze nefaste. Ma da noi, in Italia, questo è ancora un argomento tabù.
La dipendenza e manipolazione sono solo due delle tante criticità dei social.
Su di essi viaggia veloce il bullismo, alimentato dalla sensazione di anonimato e di impunità che i social garantiscono.
Gli abusi sono frequenti e spesso rimangono impuniti, lasciando cicatrici profonde nelle vittime. Inoltre, l’abuso dell’utilizzo dei social ha ripercussioni anche sulle capacità cognitive e relazionali, compromettendo la capacità di concentrarsi e di interagire nel mondo reale. È tempo di agire con urgenza, soprattutto per proteggere le generazioni più giovani.
Qualcosa è stato fatto in termini di legislazione per rendere più sicuri gli spazi digitali, per intervenire sul cyberbullismo, ma occorre intensificare la normativa agendo trasversalmente e strutturalmente. Partire dalle scuole con il rendere obbligatoria l’educazione di bambini e gli adolescenti a un uso consapevole e responsabile del web e dei dispositivi, è fondamentale per preservare la loro salute mentale e il loro benessere psicologico. Dobbiamo mettere in atto misure concrete, sia a livello legislativo che educativo, per garantire che i social non diventino una prigione dalla quale è difficile fuggire.
Bisogna promuovere una cultura digitale sana e equilibrata, sensibilizzare le famiglie alle conseguenze dell’eccessiva esposizione, far comprendere a giovani e adulti che l’online e l’offline possono coesistere in armonia, senza compromettere la libertà, la dignità la salute mentale di tutti.