Europa: a tutela del cittadino-consumatore
Articolo di Patrizia Toia pubblicato da Il Sicomoro.
Basta con le false affermazioni dei prodotti “rispettosi dell'ambiente” o “a impatto climatico ridotto” e basta con i prodotti programmati per rompersi dopo poco tempo. Grazie alla direttiva approvata a gennaio dal Parlamento Europeo, sul greenwashing e le informazioni ingannevoli, i consumatori europei saranno più tutelati.
Finalmente il senso civico di tanti cittadini che cercano di ridurre il proprio impatto ambientale e il proprio “consumismo” nelle scelte quotidiane riceverà il rispetto che merita. Oggi si stima che più della metà dei consumatori, il 56%, prenda in considerazione l'impatto ambientale durante l’acquisto di un prodotto o un servizio. Un dato che conoscono bene gli esperti di marketing.
Basta dare un'occhiata allo scaffale di un supermercato per rendersi conto che è una giungla di dichiarazioni ingannevoli, con etichette che assicurano “impronta di Co2 ridotta” o “neutrale dal punto di vista climatico”, “ecologico”, “naturale”, “biodegradabile” ecc.
Per convincere i consumatori molti sfoggiano anche marchi ed etichette ecologiche che “certificano” la sostenibilità. Di queste etichette ne esistono in Europa 1200, ma appena il 35% hanno una qualche forma di verifica tecnica, gestite da enti terzi che certificano i prodotti biologici, come ad esempio l'ecolabel europea. Si tratta di una certificazione che aiuta consumatori e imprese a compiere scelte realmente sostenibili, i prodotti o servizi marchiati con l’iconico “fiore” europeo (dal 1992) hanno realmente superato le verifiche tecniche richieste.
A essere bandite inoltre saranno anche le indicazioni infondate sulla durata. Ad esempio non si potrà dichiarare che una lavatrice durerà per 5000 cicli di lavaggio, se ciò non è esatto in condizioni normali, o dichiarare il falso sulla riparabilità di un prodotto per porre fine alla scorretta pratica della cosiddetta obsolescenza programmata, cioè la messa in commercio di prodotti “fatti apposta per rompersi” o essere inservibili dopo poco tempo e indurre a fare più acquisti.
In futuro non si potrà suggerire al consumatore di sostituire delle componenti del prodotto o il prodotto stesso prima che sia realmente necessario; ad esempio sarà vietato sollecitare il consumatore, tramite le impostazioni della stampante, a sostituire le cartucce di inchiostro prima che siano effettivamente esaurite o diffondere aggiornamenti del sistema operativo dei cellulari che causano il deterioramento della batteria, precludono l'utilizzo di alcune applicazioni o causano un rallentamento generale del dispositivo.
Questa sul greenwashing è una battaglia a difesa dei consumatori -garantita dall’UE- destinata ad influenzare le legislazioni di molti Paesi e le pratiche di molte multinazionali.
Ora però spetta agli Stati membri dare l'approvazione definitiva all’interno del Consiglio e recepire correttamente la normativa nel più breve tempo possibile.
L’idea di mercato unico europeo si basa su due pilastri fondamentali: il libero mercato e i diritti dei consumatori. Con questa direttiva possiamo tutelarli entrambi dimostrando così che l’Unione Europea è utile nella quotidianità.
Dall’alimentazione alla salute, dall’ambiente alla trasparenza, le decisioni e le soluzioni messe in campo a livello europeo riguardano ciascuno di noi.
Risultati concreti quindi: un esempio positivo di come le politiche europee riescano ogni giorno ad alzare il livello qualitativo della legislazione nazionale.
Basta con le false affermazioni dei prodotti “rispettosi dell'ambiente” o “a impatto climatico ridotto” e basta con i prodotti programmati per rompersi dopo poco tempo. Grazie alla direttiva approvata a gennaio dal Parlamento Europeo, sul greenwashing e le informazioni ingannevoli, i consumatori europei saranno più tutelati.
Finalmente il senso civico di tanti cittadini che cercano di ridurre il proprio impatto ambientale e il proprio “consumismo” nelle scelte quotidiane riceverà il rispetto che merita. Oggi si stima che più della metà dei consumatori, il 56%, prenda in considerazione l'impatto ambientale durante l’acquisto di un prodotto o un servizio. Un dato che conoscono bene gli esperti di marketing.
Basta dare un'occhiata allo scaffale di un supermercato per rendersi conto che è una giungla di dichiarazioni ingannevoli, con etichette che assicurano “impronta di Co2 ridotta” o “neutrale dal punto di vista climatico”, “ecologico”, “naturale”, “biodegradabile” ecc.
Per convincere i consumatori molti sfoggiano anche marchi ed etichette ecologiche che “certificano” la sostenibilità. Di queste etichette ne esistono in Europa 1200, ma appena il 35% hanno una qualche forma di verifica tecnica, gestite da enti terzi che certificano i prodotti biologici, come ad esempio l'ecolabel europea. Si tratta di una certificazione che aiuta consumatori e imprese a compiere scelte realmente sostenibili, i prodotti o servizi marchiati con l’iconico “fiore” europeo (dal 1992) hanno realmente superato le verifiche tecniche richieste.
A essere bandite inoltre saranno anche le indicazioni infondate sulla durata. Ad esempio non si potrà dichiarare che una lavatrice durerà per 5000 cicli di lavaggio, se ciò non è esatto in condizioni normali, o dichiarare il falso sulla riparabilità di un prodotto per porre fine alla scorretta pratica della cosiddetta obsolescenza programmata, cioè la messa in commercio di prodotti “fatti apposta per rompersi” o essere inservibili dopo poco tempo e indurre a fare più acquisti.
In futuro non si potrà suggerire al consumatore di sostituire delle componenti del prodotto o il prodotto stesso prima che sia realmente necessario; ad esempio sarà vietato sollecitare il consumatore, tramite le impostazioni della stampante, a sostituire le cartucce di inchiostro prima che siano effettivamente esaurite o diffondere aggiornamenti del sistema operativo dei cellulari che causano il deterioramento della batteria, precludono l'utilizzo di alcune applicazioni o causano un rallentamento generale del dispositivo.
Questa sul greenwashing è una battaglia a difesa dei consumatori -garantita dall’UE- destinata ad influenzare le legislazioni di molti Paesi e le pratiche di molte multinazionali.
Ora però spetta agli Stati membri dare l'approvazione definitiva all’interno del Consiglio e recepire correttamente la normativa nel più breve tempo possibile.
L’idea di mercato unico europeo si basa su due pilastri fondamentali: il libero mercato e i diritti dei consumatori. Con questa direttiva possiamo tutelarli entrambi dimostrando così che l’Unione Europea è utile nella quotidianità.
Dall’alimentazione alla salute, dall’ambiente alla trasparenza, le decisioni e le soluzioni messe in campo a livello europeo riguardano ciascuno di noi.
Risultati concreti quindi: un esempio positivo di come le politiche europee riescano ogni giorno ad alzare il livello qualitativo della legislazione nazionale.
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