L'eredità dell'Expo, l'Italia verso il futuro
Expo 2015 si è conclusa con un innegabile successo. Ventuno milioni di visitatori e il vanto di essere riusciti, grazie ad un progetto internazionale dai valori etici alti, a realizzare un'esposizione mondiale unica. Non tutti in Italia avevano scommesso sulla riuscita di questo semestre espositivo a Milano, ed invece lo straordinario impegno della città, della Regione, del Governo e di tutte le istituzioni coinvolte hanno prodotto un risultato importante.
Le cifre parlano chiaro: 21 milioni di visitatori (116mila ingressi in media al giorno), 144 paesi intervenuti, la presenza di organizzazioni come Onu, Ue, Cern, la Caritas e il WWf solo per citare le principali organizzazioni mondiali e associazioni italiane. Innegabile anche l'apporto occupazionale ed economico offerto al territorio: basti pensare agli oltre 4mila lavoratori coinvolti. Ma il gradimento e l'interesse mostrati dagli italiani, dalle famiglie e dalle scuole sull'Expo 2015 sono stati unici e decisivi.
Il tema "Nutrire il Pianeta, Energia per la vita", inconsueto per una esposizione mondiale, poteva sembrare troppo ambizioso. Fra i padiglioni espositivi delle nazioni ed i percorsi eno-gastronomici il rischio di perdere quel tema c'era. Ed invece Expo 2015 ha lasciato un'importante eredità: la Carta di Milano.
Si tratta di un documento partecipato e condiviso, redatto da centinaia di scienziati ed esperti di tutto il mondo sul tema dello sviluppo sostenibile alimentare. Una dichiarazione universale nella quale cittadini, imprese, associazioni e nazioni si interrogano e pongono le basi per uno sviluppo equo e sostenibile del pianeta, affermando il dovere di assicurare ad ogni suo abitante cibo sano e acqua pulita. La Carta di Milano, alla quale ciascuno di noi può aderire, è stata consegnata ufficialmente al segretario generale dell'Onu Ban-ki-Moon. E' la prima volta nella storia delle esposizioni mondiali che una nazione ospitante redige una dichiarazione d'intenti universale.
L'altra grande eredità che Expo 2015 consegna all'Italia, oltre all'orgoglio di avercela fatta, è la trasformazione dell'area espositiva di Rho-Pero in qualcosa di utile al territorio lombardo, all'area metropolitana e all'intera Italia. Palazzo Italia, il padiglione Zero, la Cascina Triulza e l'Albero della Vita - i quattro simboli architettonici - restano e non saranno smantellati. E' importante sapere, inoltre, che molti padiglioni, una volta smontati, verranno ricollocati come scuole o edifici di pubblica utilità in paesi africani o altre nazioni. Cascina Triulza ospiterà, a significare la prosecuzione non solo ideale di Expo, le attività delle ong e delle onlus.
La proposta del Governo Renzi sul dopo-Expo, una cittadella della ricerca tecnologico-scientifica con campus universitari in grado di costituire un polo avanzato e innovativo mondiale, ha già un nome "Human Technopole-Italy 2040". Si tratta di un centro mondiale della ricerca su genomica - big data e high-tech che dovrà essere sostenuto con investimenti dello stato per 150milioni annui, per dieci anni e che potrà impiegare fino a 1600 ricercatori. A guidare "Italy 2040" importanti enti scientifici e accademici come l'Istituto tecnologico italiano di Genova, i poli universitari di Torino, Milano e Trento.
Ora si tratta di comprendere come, dal punto di vista concreto, l'ambizioso progetto potrà costituirsi. Con l'ingresso del Governo nella società AreaExpo? Con l'ingresso della città metropolitana di Milano? Tutti elementi da valutare con serenità in sede governativa, parlamentare e delle istituzioni locali, consapevoli che sul dopo-Expo l'Italia può scommettere e vincere una grande partita.
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