Nadef, una presa in giro
Articolo di Chiara Braga (video).
La nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, discussa qualche giorno fa in Parlamento, è una presa in giro e un pericolo per il Paese. E' debole, minimalista, rinunciataria, fortemente condizionata nei contenuti dalle promesse elettorali, incapace di indicare una prospettiva di crescita per il Paese, finanziata in gran parte in deficit senza chiari indirizzi di natura economica, con segnali preoccupanti di probabili tagli alla spesa pubblica, in particolare al settore sanitario e alle politiche sociali.
Quella che viene prospettata con la nota di aggiornamento è quindi una legge di bilancio preoccupante: la legge di bilancio della verità, la prima in cui il disegno economico della destra vedrà compimento.
Una Nadef che fotografa, quello che anche il “Il Sole 24ore” definisce i tre macigni che pesano sulla manovra. Il primo, le previsioni di crescita per il 2024 sono sovrastimate: il Governo ha parlato di una crescita dell’1,2% programmatico quando invece la media delle stime è dello 0,7-0,8%. Il secondo, le previsioni sul debito contengono un punto del Pil di 20 miliardi di privatizzazioni in tre anni, un obiettivo irrealistico e preoccupante: dove pensa il Governo Meloni di recuperare questi 20 miliardi? Vendendo quali asset? Il terzo, gli interessi sul debito pubblico nel 2020 erano 57 miliardi, quest’anno raggiungono i 78 miliardi, una situazione a dir poco allarmante.
In un anno il Governo della destra ha dilapidato un patrimonio di credibilità e di risorse che ora avrebbero potuto essere fondamentale per affrontare una congiuntura internazionale che rimane difficile e dalle previsioni rese preoccupanti dalle vicende mediorientali.
In questo documento non c’è niente di tutto ciò che servirebbe al Paese. E per di più introduce uno scostamento di bilancio che è di fatto una delega in bianco attraverso la quale si chiede di fare altro debito senza nessuna garanzia di avere più risorse là dove davvero servono, a partire da una sanità pubblica universale e di qualità per tutti e tutte. Per tutte queste ragioni come Partito Democratico abbiamo votato convintamente contro.
Qui il video integrale del mio intervento in Aula.
La nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, discussa qualche giorno fa in Parlamento, è una presa in giro e un pericolo per il Paese. E' debole, minimalista, rinunciataria, fortemente condizionata nei contenuti dalle promesse elettorali, incapace di indicare una prospettiva di crescita per il Paese, finanziata in gran parte in deficit senza chiari indirizzi di natura economica, con segnali preoccupanti di probabili tagli alla spesa pubblica, in particolare al settore sanitario e alle politiche sociali.
Quella che viene prospettata con la nota di aggiornamento è quindi una legge di bilancio preoccupante: la legge di bilancio della verità, la prima in cui il disegno economico della destra vedrà compimento.
Una Nadef che fotografa, quello che anche il “Il Sole 24ore” definisce i tre macigni che pesano sulla manovra. Il primo, le previsioni di crescita per il 2024 sono sovrastimate: il Governo ha parlato di una crescita dell’1,2% programmatico quando invece la media delle stime è dello 0,7-0,8%. Il secondo, le previsioni sul debito contengono un punto del Pil di 20 miliardi di privatizzazioni in tre anni, un obiettivo irrealistico e preoccupante: dove pensa il Governo Meloni di recuperare questi 20 miliardi? Vendendo quali asset? Il terzo, gli interessi sul debito pubblico nel 2020 erano 57 miliardi, quest’anno raggiungono i 78 miliardi, una situazione a dir poco allarmante.
In un anno il Governo della destra ha dilapidato un patrimonio di credibilità e di risorse che ora avrebbero potuto essere fondamentale per affrontare una congiuntura internazionale che rimane difficile e dalle previsioni rese preoccupanti dalle vicende mediorientali.
In questo documento non c’è niente di tutto ciò che servirebbe al Paese. E per di più introduce uno scostamento di bilancio che è di fatto una delega in bianco attraverso la quale si chiede di fare altro debito senza nessuna garanzia di avere più risorse là dove davvero servono, a partire da una sanità pubblica universale e di qualità per tutti e tutte. Per tutte queste ragioni come Partito Democratico abbiamo votato convintamente contro.
Qui il video integrale del mio intervento in Aula.
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