La Regione mortifica la prevenzione
“Regione Lombardia rinuncia ancora una volta a migliorare il servizio sanitario regionale su due temi fondamentali: le nomine dei direttori generali e la prevenzione”. Così dichiara Carlo Borghetti, capogruppo del Pd in Commissione Sanità, dopo la bocciatura di due emendamenti che ha presentato oggi per conto del gruppo PD durante la discussione della legge regionale di revisione normativa ordinamentale.
“Le motivazioni del no alle nostre proposte da parte della maggioranza di destra -sottolinea Borghetti- sono state esclusivamente di arroccamento politico, e non certo volte al miglioramento della sanità lombarda”.
Per la modalità di scelta dei direttori generali (che la giunta Fontana dovrà nominare entro fine anno) abbiamo proposto di tornare, come era stato stabilito dalla Riforma Maroni del 2015, alla short list di 100 candidati selezionati con criteri di competenza e adeguatezza alla realtà lombarda, anche attraverso test scritti. La Riforma Moratti del 2021 ha infatti ampliato a oltre 200 i candidati della lista entro cui può fare le nomine la Giunta, eliminando i test sulle competenze e tenendosi così le mani più libere.
La maggioranza bocciando oggi la nostra proposta si ostina ancora una volta a non favorire criteri di selezione che garantirebbero la maggiore rispondenza dei futuri direttori generali anche alla tipologia delle aziende e realtà lombarde da dirigere.
E’ vero che esiste un albo nazionale per i candidati a Direttore generale che ne certifica il possesso dei requisiti, ma la legge nazionale non toglie alla Regione la possibilità di aggiungere criteri di adeguatezza ai candidati lombardi, superando l’impressione che la Giunta voglia seguire invece criteri diversi da quelli legati a specifiche competenze.
“Abbiamo proposto inoltre -continua Borghetti- di rafforzare e di riportare completamente nelle ATS i Dipartimenti di prevenzione che sono stati spezzettati dalla Riforma Moratti tra ATS e ASST anche con la divisione di prevenzione umana e prevenzione veterinaria (diversamente da quanto le stesse società scientifiche proponevano) creando uno spezzatino dei servizi lombardi per la prevenzione su cui lo stesso assessore Bertolaso ha espresso perplessità in Commissione sanità. Ma anche su questo la maggioranza è stata completamente sorda”.
“Ci chiediamo a questo punto -conclude Borghetti- se la maggioranza abbia a cuore il miglioramento del servizio sanitario regionale o preferisca la conservazione dello status quo, con tutti i problemi che ogni giorno i pazienti lombardi sono costretti da troppo tempo a sopportare, sempre più costretti a pagarsi visite ed esami privatamente (per chi può)”.
“Le motivazioni del no alle nostre proposte da parte della maggioranza di destra -sottolinea Borghetti- sono state esclusivamente di arroccamento politico, e non certo volte al miglioramento della sanità lombarda”.
Per la modalità di scelta dei direttori generali (che la giunta Fontana dovrà nominare entro fine anno) abbiamo proposto di tornare, come era stato stabilito dalla Riforma Maroni del 2015, alla short list di 100 candidati selezionati con criteri di competenza e adeguatezza alla realtà lombarda, anche attraverso test scritti. La Riforma Moratti del 2021 ha infatti ampliato a oltre 200 i candidati della lista entro cui può fare le nomine la Giunta, eliminando i test sulle competenze e tenendosi così le mani più libere.
La maggioranza bocciando oggi la nostra proposta si ostina ancora una volta a non favorire criteri di selezione che garantirebbero la maggiore rispondenza dei futuri direttori generali anche alla tipologia delle aziende e realtà lombarde da dirigere.
E’ vero che esiste un albo nazionale per i candidati a Direttore generale che ne certifica il possesso dei requisiti, ma la legge nazionale non toglie alla Regione la possibilità di aggiungere criteri di adeguatezza ai candidati lombardi, superando l’impressione che la Giunta voglia seguire invece criteri diversi da quelli legati a specifiche competenze.
“Abbiamo proposto inoltre -continua Borghetti- di rafforzare e di riportare completamente nelle ATS i Dipartimenti di prevenzione che sono stati spezzettati dalla Riforma Moratti tra ATS e ASST anche con la divisione di prevenzione umana e prevenzione veterinaria (diversamente da quanto le stesse società scientifiche proponevano) creando uno spezzatino dei servizi lombardi per la prevenzione su cui lo stesso assessore Bertolaso ha espresso perplessità in Commissione sanità. Ma anche su questo la maggioranza è stata completamente sorda”.
“Ci chiediamo a questo punto -conclude Borghetti- se la maggioranza abbia a cuore il miglioramento del servizio sanitario regionale o preferisca la conservazione dello status quo, con tutti i problemi che ogni giorno i pazienti lombardi sono costretti da troppo tempo a sopportare, sempre più costretti a pagarsi visite ed esami privatamente (per chi può)”.
Per seguire l'attività di Carlo Borghetti: sito web - pagina facebook