Servono 600mila case
"Sono oltre trent'anni che si è pensato di risolvere il problema abitativo agevolando l'acquisto di una casa. Oggi bisogna fare l'opposto. Aumentare l'offerta di edilizia residenza sociale per le fasce più fragili della società e, contemporaneamente, un housing sociale per venire incontro a quella fascia grigia, troppo "ricca" per la casa popolare, ma incapace di sostenere i canoni di mercato. E per fare entrambi, serve un'unica regia pubblica e nazionale". Ne è convinto Stefano Chiappelli, segretario generale del Sunia, sindacato degli inquilini, per cui il disagio abitativo è frutto, da anni, della mancanza di una politica per la casa.
Intervistato dal Sole 24 Ore, Chiappelli rileva che "In Europa siamo uno degli ultimi Paesi per offerta di abitazioni pubbliche in affitto, appena il 4% sul totale. Serve un nuovo piano casa. Stimiamo che servano almeno 600mila unità, che riteniamo possano venire dal recupero delle periferie e delle aree dismesse, grazie anche a un intelligente impiego dei fondi del Pnrr e dei Pinqua, proprio per il risanamento delle periferie".
Intervistato dal Sole 24 Ore, Chiappelli rileva che "In Europa siamo uno degli ultimi Paesi per offerta di abitazioni pubbliche in affitto, appena il 4% sul totale. Serve un nuovo piano casa. Stimiamo che servano almeno 600mila unità, che riteniamo possano venire dal recupero delle periferie e delle aree dismesse, grazie anche a un intelligente impiego dei fondi del Pnrr e dei Pinqua, proprio per il risanamento delle periferie".