Mobilitiamoci per salvare la sanità pubblica
Articolo di Marina Sereni.
I numeri hanno la testa dura: l'Italia da decenni ha una spesa sanitaria molto inferiore alla media Ue e Ocse, sia se si considera la percentuale rispetto al Pil sia che si prenda a riferimento la spesa pro capite. Come sempre la Fondazione Gimbe ci propone una riflessione su dati inoppugnabili ed estremamente preoccupanti.
Nemmeno lo sforzo, pure importante, che i governi Conte 2 e Draghi hanno fatto negli anni 2019-2021 sono stati sufficienti a colmare il gap che ci divide dai Paesi maggiormente sviluppati. E lo stato di sofferenza in cui versa il nostro sistema sanitario nazionale è testimoniato ogni giorno dalle interminabili liste d'attesa, dal malessere e la frustrazione che vivono gli operatori e le operatrici, dalle diseguaglianze crescenti tra chi accede ai servizi rivolgendosi al privato e chi è costretto a rinunciare alle cure.
Di questa situazione allarmante sono testimonianza le richieste che tutte le regioni, comprese quelle governate dal centro-destra, hanno rivolto al governo Meloni perché non si torni al definanziamento della sanità pubblica. Lo stesso ministro Schillaci ha chiesto quattro miliardi in più per la prossima legge di bilancio.
È responsabilità della politica, di entrambi gli schieramenti, scongiurare che la crisi del sistema sanitario nazionale pubblico diventi irreversibile! Per questo il Pd è pronto, insieme alle altre opposizioni e raccogliendo le richieste di regioni e forze sociali, a fare dell'incremento pluriennale del fondo sanitario nazionale fino almeno al 7,5% del Pil, della riduzione delle liste d'attesa, dell'assunzione del personale necessario, una priorità assoluta in vista della prossima legge di bilancio.
I numeri hanno la testa dura: l'Italia da decenni ha una spesa sanitaria molto inferiore alla media Ue e Ocse, sia se si considera la percentuale rispetto al Pil sia che si prenda a riferimento la spesa pro capite. Come sempre la Fondazione Gimbe ci propone una riflessione su dati inoppugnabili ed estremamente preoccupanti.
Nemmeno lo sforzo, pure importante, che i governi Conte 2 e Draghi hanno fatto negli anni 2019-2021 sono stati sufficienti a colmare il gap che ci divide dai Paesi maggiormente sviluppati. E lo stato di sofferenza in cui versa il nostro sistema sanitario nazionale è testimoniato ogni giorno dalle interminabili liste d'attesa, dal malessere e la frustrazione che vivono gli operatori e le operatrici, dalle diseguaglianze crescenti tra chi accede ai servizi rivolgendosi al privato e chi è costretto a rinunciare alle cure.
Di questa situazione allarmante sono testimonianza le richieste che tutte le regioni, comprese quelle governate dal centro-destra, hanno rivolto al governo Meloni perché non si torni al definanziamento della sanità pubblica. Lo stesso ministro Schillaci ha chiesto quattro miliardi in più per la prossima legge di bilancio.
È responsabilità della politica, di entrambi gli schieramenti, scongiurare che la crisi del sistema sanitario nazionale pubblico diventi irreversibile! Per questo il Pd è pronto, insieme alle altre opposizioni e raccogliendo le richieste di regioni e forze sociali, a fare dell'incremento pluriennale del fondo sanitario nazionale fino almeno al 7,5% del Pil, della riduzione delle liste d'attesa, dell'assunzione del personale necessario, una priorità assoluta in vista della prossima legge di bilancio.
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