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Sulla formazione sociale e politica e sulla comunità si gioca il nostro futuro

Written by Francesco Occhetta.

Intervento di Francesco Occhetta S.J., segretario generale Fondazione Fratelli Tutti, al Meeting di Rimini, pubblicato da Avvenire.

All’apparenza la formazione sociale e politica sembra una scalata che in molti rifiutano di fare. Eppure quelli che con passo lento e in cordata ascendono insieme vedono l’orizzonte per tutti, scriveva il gesuita Teilhard de Chardin nella sua lettera “Sulla Felicità”.
La breve storia dell’associazione “Comunità di Connessioni”, nata a Roma nel 2009 e raccontata al Meeting di Rimini mercoledì sera, dimostra che la strada della formazione e della comunità fondata sull’amicizia può essere ancora percorsa e dare frutti. La realtà - apartitica, plurale, fondata su relazioni di fraternità e su uno spirito di condivisione – ha diverse attività: un giornale online, il gruppo “Dialoghi spirituali nel mondo” che riunisce professionisti ed esperti nei vari campi, le pubblicazioni di volumi, un congresso e un ritiro di preghiera annuale. Infine il percorso di formazione per giovani provenienti da tutta Italia denominato #Formpol che ha come sede la Chiesa del Gesù di Roma, la stessa dei costituenti cattolici.
L’esperienza è nata per connettere i giovani dirigenti delle associazioni e dei movimenti cattolici, poi si è trasformata in un luogo di formazione anche per alcune diocesi (poche!) e molti giovani professionisti e amministratori locali privi di luoghi e di legami. Negli anni sono passati quasi una sessantina di relatori e un migliaio di giovani provenienti da molte zone d’Italia, che tra loro hanno messo in comune competenze, appartenenze ed esperienze. L’appartenenza non è “esclusiva”, ma inclusiva, si atterra con il proprio mondo di riferimento e si decolla arricchiti di conoscenza relazionale e culturale per impegnarsi nei propri territori.
Per questo Comunità di Connessioni funge da enzima per connettere volti ed esperienze in un secondo livello di sussidiarietà. Cerca di unire punti vitali presenti nel Paese per cucirli con ago e filo. Con il passare del tempo l’esperienza si è conformata intorno a tre obiettivi: preparare una classe dirigente, connettere i più giovani a partire dalle loro competenze, esportare un modello di formazione al mondo associativo, alle imprese, fino alle parrocchie e alle diocesi. Il modello formativo è ancorato a motivazioni profonde, anche di natura spirituale mentre il riferimento dell’agire è alla “Fratelli tutti” di Francesco, perché la sfida è quella di rendere cultura condivisa il principio della Fraternità che l’illuminismo ha umiliato e svuotato.
Lo ha ribadito il Papa nel suo Messaggio al Meeting citando la Dichiarazione sulla fraternità universale scritta da 33 Nobel, riuniti in Piazza San Pietro il 10 giugno scorso dalla Fondazione vaticana Fratelli tutti, presieduta dal cardinale Mauro Gambetti, a cui partecipa anche Comunità di Connessioni. Nulla di teorico, i temi concreti su cui si sta impegnando Comunità di Connessioni da anni attraverso proposte di riforma concrete riguardano la giustizia riparativa e non vendicativa, il lavoro degno, l’ambiente, le riforme costituzionali. Lo ha dimostrato nel suo intervento Ciro Cafiero, giovane giuslavorista e presidente dell’Associazione. Dove la cultura della fraternità quando entra nel lavoro supera il conflitto e introduce l’alleanza tra imprese, sindacati e lavoratori, incide sul welfare aziendale, sui diritti per la natalità, sulla protezione dei più deboli e sui salari giusti, più che sui salari minimi.
Anche i semi e il lievito hanno il loro valore per creare nuovi processi. Basterebbe infatti che aziende, associazioni ma anche ciascuna delle 26mila parrocchie italiane credesse nella formazione per trasformare la stagione politica dal “lamento in danza”, come dice il salmista. Nella sua conclusione Giorgio Vittadini lo ha voluto certificare: «Sono le “minoranze creative” i luoghi relazionali in cui si ricostruisce una visione politica nuova, sbaglia chi le giudicasse un incidente sulla storia, hanno bisogno di tempo ma quando crescono in profondità sono inesorabili perché sanno offrire alternative ogni volta in cui gli imperi cadono».
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