La delega fiscale è un manifesto politico per i furbi
"Un radicale riordino delle detrazioni e un nuovo slancio nella lotta all'evasione fiscale, con l'obiettivo di restituire al fisco e quindi ai cittadini, elementi di equità e di giustizia sociale. Questi gli elementi sui quali, come Pd, abbiamo formulato le nostre proposte, a partire da una revisione organica dell'IRPEF nel segno della progressività, con un sistema ad aliquota continua e nell'idea di rendere il Fisco più vicino ai cittadini che pagano, a quelli che hanno difficoltà a pagare, ma sempre partendo dal presupposto che i comportamenti e le pratiche fraudolente non sono in alcun modo tollerabili". Lo ha detto il senatore dem Alberto Losacco intervenendo oggi in Senato nel corso della discussione sul ddl delega fiscale.
"Invece il Governo - ha proseguito Losacco - ha intrapreso tutt'altra direzione, offrendo all'opinione pubblica, nel pieno delle scadenze fiscali, messaggi pericolosi o ambigui. La strada scelta dall'esecutivo non segue un disegno organico, ma tratteggia un quadro a macchia di leopardo, che antepone una logica corporativa al bisogno di equità, che dissemina il percorso di una serie di scappatoie per eludere il fisco". Il ddl delega fiscale è, ha concluso il parlamentare dem, "un manifesto politico che perlomeno ha il dono della chiarezza: contro i poveri, gli onesti e il Mezzogiorno; dalla parte dei furbetti e di un'idea regressiva dello Stato, non più chiamato a combattere ma a certificare e semmai a favorire le diseguaglianze sociali e territoriali".
"Invece il Governo - ha proseguito Losacco - ha intrapreso tutt'altra direzione, offrendo all'opinione pubblica, nel pieno delle scadenze fiscali, messaggi pericolosi o ambigui. La strada scelta dall'esecutivo non segue un disegno organico, ma tratteggia un quadro a macchia di leopardo, che antepone una logica corporativa al bisogno di equità, che dissemina il percorso di una serie di scappatoie per eludere il fisco". Il ddl delega fiscale è, ha concluso il parlamentare dem, "un manifesto politico che perlomeno ha il dono della chiarezza: contro i poveri, gli onesti e il Mezzogiorno; dalla parte dei furbetti e di un'idea regressiva dello Stato, non più chiamato a combattere ma a certificare e semmai a favorire le diseguaglianze sociali e territoriali".