Salvini ora vuole il ponte sullo stretto ma ne era un detrattore
"Oggi Salvini è il più grande sostenitore del ponte sullo Stretto, ma solo qualche anno fa era il primo detrattore, sollevando dubbi ‘sull’utilità e i costi’, chiedendo un referendum che facesse esprimere i cittadini, affermando che c’erano ‘profonde criticità sull’opera’, citando ‘parecchi ingegneri che dicono’ che il ponte ‘non sta in piedi’, e ancora che ci sono altre priorità in Sicilia e in Calabria, come l’ammodernamento della linea ferroviaria.
Sarebbe utile per tutti capire cosa ha fatto cambiare idea a Salvini, quando ha deciso che un’opera con così tante problematiche (le ultime, non banali, sono che già esistono navi che non passerebbero sotto la campata e che il forte vento bloccherebbe la circolazione sul ponte) che si trascina da decenni con ritardi e dietrofront, sia diventata la sua priorità". Lo dice in una nota la senatrice del Pd Beatrice Lorenzin, che sottolinea: “ma soprattutto sarebbe interessante sapere dove sono le risorse per realizzarla. Sorge forte il dubbio che anche questo decreto finirà come gli altri che lo hanno preceduto: in un nulla di fatto costato ad oggi già 900 milioni di euro".
"Oggi la preoccupazione – prosegue Lorenzin - dovrebbe essere quella di realizzare un’opera fatta bene, sostenibile e duratura nel tempo, invece sembra che ci sia ancora una volta una corsa all’applauso, senza alcun confronto sui tanti quesiti aperti per questo progetto".
Sarebbe utile per tutti capire cosa ha fatto cambiare idea a Salvini, quando ha deciso che un’opera con così tante problematiche (le ultime, non banali, sono che già esistono navi che non passerebbero sotto la campata e che il forte vento bloccherebbe la circolazione sul ponte) che si trascina da decenni con ritardi e dietrofront, sia diventata la sua priorità". Lo dice in una nota la senatrice del Pd Beatrice Lorenzin, che sottolinea: “ma soprattutto sarebbe interessante sapere dove sono le risorse per realizzarla. Sorge forte il dubbio che anche questo decreto finirà come gli altri che lo hanno preceduto: in un nulla di fatto costato ad oggi già 900 milioni di euro".
"Oggi la preoccupazione – prosegue Lorenzin - dovrebbe essere quella di realizzare un’opera fatta bene, sostenibile e duratura nel tempo, invece sembra che ci sia ancora una volta una corsa all’applauso, senza alcun confronto sui tanti quesiti aperti per questo progetto".