No al presidenzialismo, sì a riforme condivise
"All'Italia non serve una donna sola al comando. Quindi dico no al presidenzialismo, ma sì alle riforme condivise". Lo spiega in un'intervista alla Stampa l'ex segretario del Pd Walter Veltroni che parla anche della sinistra: "È sempre stata divisa, e le è sempre piaciuto fare come Tafazzi. Ma adesso vedo l'entusiasmo di cui c'è bisogno. Sono più ottimista che in passato" spiega.
Per Veltroni, Trump, Bolsonaro, Erdogan, Putin, la vittoria di un certo tipo di destra nel Nord Europa, i populismi di varia natura "non sono una contingenza politica. Penso che ci sia il rischio che il tipo di circuito informativo della società digitale porti le persone a generare un bisogno di rassicurazione autocratica. E penso che la democrazia oggi sia in grave crisi".
In Italia poi "non abbiamo fatto i conti fino in fondo con il fascismo. Quella generazione non voleva più sentirne parlare, ma pur di uscirne abbiamo rimosso quello che era successo. Il fascismo non è stato un incidente della storia. Noi dobbiamo farci i conti con più sincerità se vogliamo evitare questi strascichi".
Per quanto riguarda le riforme, "la Costituzione "si cambia tutti insieme, così come le regole del gioco. È poi il gioco in sé che si fa separati - osserva - In Italia, invece, si governa insieme, anche tra avversari, ma ci si divide sulle regole del gioco. Entrando nel merito, certo che l'Italia ha bisogno di stabilità, ma se si cerca di raggiungere questo obiettivo con i muscoli, invece che con il cervello, non si va da nessuna parte".
Sull'elezione diretta del presidente della Repubblica o del Consiglio" dieci anni fa sarei stato più possibilista. Oggi ne sono meno convinto. Ma questo non toglie che si possa risolvere lo stesso problema non eleggendo una singola persona – osserva Veltroni - bensì dando la possibilità ai cittadini di scegliere la maggioranza di governo".
Per Veltroni, Trump, Bolsonaro, Erdogan, Putin, la vittoria di un certo tipo di destra nel Nord Europa, i populismi di varia natura "non sono una contingenza politica. Penso che ci sia il rischio che il tipo di circuito informativo della società digitale porti le persone a generare un bisogno di rassicurazione autocratica. E penso che la democrazia oggi sia in grave crisi".
In Italia poi "non abbiamo fatto i conti fino in fondo con il fascismo. Quella generazione non voleva più sentirne parlare, ma pur di uscirne abbiamo rimosso quello che era successo. Il fascismo non è stato un incidente della storia. Noi dobbiamo farci i conti con più sincerità se vogliamo evitare questi strascichi".
Per quanto riguarda le riforme, "la Costituzione "si cambia tutti insieme, così come le regole del gioco. È poi il gioco in sé che si fa separati - osserva - In Italia, invece, si governa insieme, anche tra avversari, ma ci si divide sulle regole del gioco. Entrando nel merito, certo che l'Italia ha bisogno di stabilità, ma se si cerca di raggiungere questo obiettivo con i muscoli, invece che con il cervello, non si va da nessuna parte".
Sull'elezione diretta del presidente della Repubblica o del Consiglio" dieci anni fa sarei stato più possibilista. Oggi ne sono meno convinto. Ma questo non toglie che si possa risolvere lo stesso problema non eleggendo una singola persona – osserva Veltroni - bensì dando la possibilità ai cittadini di scegliere la maggioranza di governo".