Schlein è forte e ambiziosa
Elly Schlein "è la mia segretaria e io tifo per il suo successo, ma credo che il nostro rapporto debba essere franco". Lo dice in un'intervista a La Stampa Luigi Zanda, ex capogruppo al Senato del Pd, secondo il quale la nuova leader "incarna una grande forza di cambiamento", ha una "freschezza nell'immagine personale" e "ambizione, che in politica è una virtù".
Tuttavia, secondo Zanda, "un partito di governo deve pensare più alla politica che all'immagine. A me personalmente interviste come quella a Vogue non piacciono. La domanda politica è questa: è un atto isolato di vanità, o è il segno dello stile comunicativo della segretaria, quello di prestare più attenzione ai lettori di Vogue che agli interessi degli elettori Pd? Nel primo caso è un errore veniale, nel secondo un errore grave".
Zanda ha sempre sognato "il Partito democratico e non mi è mai passato per la testa di andarmene. Non condivido l'uscita di Borghi e Chinnici, ma la segretaria deve chiedersi se si tratta del disagio personale di due dirigenti, o se è la punta di un iceberg". L'esponente dem crede che "su temi importanti come la gestazione per altri o il termovalorizzatore, sarebbe positivo se la leader dedicasse alla discussione qualche riunione della Direzione". Un partito "dove si discute è sempre più forte di un partito dove si applaude. Schlein ha spesso dichiarato di non voler essere una donna sola al comando, è molto apprezzabile, ma lo dobbiamo vedere applicato nella vita quotidiana del partito".
Il Pd "o è un grande partito popolare o non esiste, viene da grandi culture e non può ridursi a un partito di sola testimonianza. È nato per governare l'Italia e questo nuovo Pd di Elly Schlein ancora non esprime una cultura di sinistra di governo". L'opposizione del Pd "deve essere dura, chiara e di sinistra, ma contemporaneamente il Pd, se vuole conservare la sua identità, deve presentarsi anche come partito di governo - sottolinea - proponendo una sua politica per modernizzare e rendere più equa l'Italia".
Tuttavia, secondo Zanda, "un partito di governo deve pensare più alla politica che all'immagine. A me personalmente interviste come quella a Vogue non piacciono. La domanda politica è questa: è un atto isolato di vanità, o è il segno dello stile comunicativo della segretaria, quello di prestare più attenzione ai lettori di Vogue che agli interessi degli elettori Pd? Nel primo caso è un errore veniale, nel secondo un errore grave".
Zanda ha sempre sognato "il Partito democratico e non mi è mai passato per la testa di andarmene. Non condivido l'uscita di Borghi e Chinnici, ma la segretaria deve chiedersi se si tratta del disagio personale di due dirigenti, o se è la punta di un iceberg". L'esponente dem crede che "su temi importanti come la gestazione per altri o il termovalorizzatore, sarebbe positivo se la leader dedicasse alla discussione qualche riunione della Direzione". Un partito "dove si discute è sempre più forte di un partito dove si applaude. Schlein ha spesso dichiarato di non voler essere una donna sola al comando, è molto apprezzabile, ma lo dobbiamo vedere applicato nella vita quotidiana del partito".
Il Pd "o è un grande partito popolare o non esiste, viene da grandi culture e non può ridursi a un partito di sola testimonianza. È nato per governare l'Italia e questo nuovo Pd di Elly Schlein ancora non esprime una cultura di sinistra di governo". L'opposizione del Pd "deve essere dura, chiara e di sinistra, ma contemporaneamente il Pd, se vuole conservare la sua identità, deve presentarsi anche come partito di governo - sottolinea - proponendo una sua politica per modernizzare e rendere più equa l'Italia".