Una città del sogno
Articolo di Marco Garzonio per il Corriere della Sera.
Ho un sogno: che Milano abbia presto un Museo del Sogno. Il sogno è vita per uomini e donne, dà senso all'essere bambini, giovani, adulti, anziani, stranieri. È un sogno che fa dare forma ai luoghi dell'abitare: case, strade, giardini, piazze, fontane, uffici, botteghe, ritrovi, edicole, teatri, impianti sortivi, chiese. Sempre un sogno alimenta trepidazione e attese perché la speranza pianti la tenda anche nelle terre dove piovono missili e sulle spiagge del mare nostrum.
Il Museo del Sogno aiuterebbe la città a fare i conti con le difficoltà del quotidiano. Il sogno solleva lo sguardo oltre urgenze, delusioni, carenze, ansie, pregiudizi, interessi di parte, ripetitività, strutture difensive del «s'è sempre fatto così. Sognare non è evasione, anzi: è dare alla realtà un volto diverso rispetto a ciò che ci si aspetta, una soluzione cui non saremmo giunti. Il sogno, massimo di irrazionalità e assurdo, rende l'impensabile pensabile. Sogno e Museo son vertici d'osservazione d'unica realtà: insieme divengono metafora di vita umana e storia che procedono.
La coscienza collettiva cresce, ha già trasformato i musei rispetto ai modi in cui nei secoli sono stati concepiti.
Da casseforti in cui conservare opere preziose son divenuti grembi In cui si generano energie vitali, si disseminano germi di cultura diffusa. Nei musei le opere vengono fatte rivivere con orari d'apertura ampi, visite guidate, multimedialità, laboratori, riscatto di persone svantaggiate. Sì, anche tale novità Milano ha prodotto: formare malati psichici come guide museali.
Il Museo del Sogno avrebbe idee e caratteristiche per reggere il confronto con famose esposizioni che già fan grande Milano. Nucleo iniziale d'obbligo sarebbero: i fondatori della cultura dei sogni, Freud e Jung, coi passa essenziali delle loro scoperte e dei modi di rapportare mente, territorio, storia, città, Europa; la storia per Immagini e documenti di pensiero, fantasie, inconscio, angosce; i nessi con letteratura, poesia, arti; infezioni psichiche che han generato guerre, distruzioni, ma anche l'istinto alla riparazione, la voglia di riscatto e liberazione delle menti e dei cuori; l'impulso a cambiare il mondo prima che questo cambi te.
Milano poi di suo ha giacimenti culturali da cui far scoprire materiale straordinario per il Museo del Sogno: Musatti, Olivetti, Roby Bazlen e l'Adelphi, Fornaci, Gemelli nemico di Jung e Freud, per nemesi formatore in Cattolica di generazioni di psicoanalisti, oltre che di psicologi del lavoro, della famiglia, dell'adolescenza.
Il Museo del Sogno è andare a scuola di vita.
Sogni nostri per una città più bella, una società più giusta; equità di dire e doveri; natura rispettata; salute da tutelare prescindendo dallo stato sodale.
Sogni degli alti, sogni del mondo.
Ho un sogno: che Milano abbia presto un Museo del Sogno. Il sogno è vita per uomini e donne, dà senso all'essere bambini, giovani, adulti, anziani, stranieri. È un sogno che fa dare forma ai luoghi dell'abitare: case, strade, giardini, piazze, fontane, uffici, botteghe, ritrovi, edicole, teatri, impianti sortivi, chiese. Sempre un sogno alimenta trepidazione e attese perché la speranza pianti la tenda anche nelle terre dove piovono missili e sulle spiagge del mare nostrum.
Il Museo del Sogno aiuterebbe la città a fare i conti con le difficoltà del quotidiano. Il sogno solleva lo sguardo oltre urgenze, delusioni, carenze, ansie, pregiudizi, interessi di parte, ripetitività, strutture difensive del «s'è sempre fatto così. Sognare non è evasione, anzi: è dare alla realtà un volto diverso rispetto a ciò che ci si aspetta, una soluzione cui non saremmo giunti. Il sogno, massimo di irrazionalità e assurdo, rende l'impensabile pensabile. Sogno e Museo son vertici d'osservazione d'unica realtà: insieme divengono metafora di vita umana e storia che procedono.
La coscienza collettiva cresce, ha già trasformato i musei rispetto ai modi in cui nei secoli sono stati concepiti.
Da casseforti in cui conservare opere preziose son divenuti grembi In cui si generano energie vitali, si disseminano germi di cultura diffusa. Nei musei le opere vengono fatte rivivere con orari d'apertura ampi, visite guidate, multimedialità, laboratori, riscatto di persone svantaggiate. Sì, anche tale novità Milano ha prodotto: formare malati psichici come guide museali.
Il Museo del Sogno avrebbe idee e caratteristiche per reggere il confronto con famose esposizioni che già fan grande Milano. Nucleo iniziale d'obbligo sarebbero: i fondatori della cultura dei sogni, Freud e Jung, coi passa essenziali delle loro scoperte e dei modi di rapportare mente, territorio, storia, città, Europa; la storia per Immagini e documenti di pensiero, fantasie, inconscio, angosce; i nessi con letteratura, poesia, arti; infezioni psichiche che han generato guerre, distruzioni, ma anche l'istinto alla riparazione, la voglia di riscatto e liberazione delle menti e dei cuori; l'impulso a cambiare il mondo prima che questo cambi te.
Milano poi di suo ha giacimenti culturali da cui far scoprire materiale straordinario per il Museo del Sogno: Musatti, Olivetti, Roby Bazlen e l'Adelphi, Fornaci, Gemelli nemico di Jung e Freud, per nemesi formatore in Cattolica di generazioni di psicoanalisti, oltre che di psicologi del lavoro, della famiglia, dell'adolescenza.
Il Museo del Sogno è andare a scuola di vita.
Sogni nostri per una città più bella, una società più giusta; equità di dire e doveri; natura rispettata; salute da tutelare prescindendo dallo stato sodale.
Sogni degli alti, sogni del mondo.