La politica dell'Ue
Abbiamo lottato per mesi, abbiamo votato risoluzioni, organizzato manifestazioni, distribuito appelli, scritto ai capi di Governo dell’Ue, incontrato associazioni e diffuso comunicati stampa e finalmente otteniamo che l’Europa si responsabilizzi sul tema dei rifugiati e degli immigrati.
Finalmente, nella sessione plenaria di settembre, la Commissione europea ha messo sul tavolo una proposta su rifugiati e immigrazione che accoglie le nostre richieste.
Finalmente, nella sessione plenaria di settembre, la Commissione europea ha messo sul tavolo una proposta su rifugiati e immigrazione che accoglie le nostre richieste.
Il sostegno del Parlamento europeo è forte e compatto (tranne naturalmente quei populisti nostrani e non che “non vogliono” la soluzione dei problemi). Per gli Stati membri non ci sono più scuse. Non c’è più la possibilità di prendersela con Bruxelles perché oggi Bruxelles ha fatto la sua parte e chiede agli Stati di agire insieme. Ora, come ha scritto Matteo Renzi, “l’Europa è a un bivio”. A Strasburgo, con il suo primo Discorso sullo Stato dell’unione, il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha dato prova di leadership, così come lo ha fatto la Cancelliera tedesca Angela Merkel quando ha deciso di aprire le porte ai rifugiati siriani superando le regole di Dublino, perché essere leader significa avere il coraggio di assumersi le responsabilità che la storia assegna, come ha fatto l’Italia migliore e come ha fatto il presidente Renzi. Oggi l’Italia non è più sola a fronteggiare il dramma dei rifugiati. La proposta della Commissione porta da 40mila a 160mila il numero dei richiedenti asilo che saranno trasferiti dai centri di Italia, Grecia e Ungheria per essere ricollocati negli altri Stati membri. Si propone inoltre un meccanismo straordinario di redistribuzione permanente ma, come ha giustamente ricordato Cécile Kyenge, l’adozione di un meccanismo di redistribuzione “è un primo passo”, e tuttavia “il principio di solidarietà non può essere rimesso al buonismo volontario di alcuni Stati membri, ma deve diventare permanentemente la base dalla futura politica migratoria comune dell’Unione”. Siamo anche soddisfatti che sia stata accolta la nostra richiesta di affrontare anche le cause dell’immigrazione e sia stata proposta la creazione di un fondo di 1,8 miliardi di euro per l’Africa. Ora però la Commissione e l’Europa devono responsabilizzare i Paesi africani e quelli Mediorientali, perché la crisi dei rifugiati è una crisi mondiale e non è consentito a nessuno di lavarsene le mani. Al riguardo è decisivo il compito di Federica Mogherini, che sta dimostrando competenza e tenacia all’altezza della sfida. Mentre scriviamo non sappiamo cosa succederà al Consiglio, ma sappiamo per certo che nessun Paese potrà sfuggire troppo a lungo dalle responsabilità.
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