La tragedia di via Odazio
Quello di Fulvio Marinoni, trovato morto nel suo appartamento di via Odazio dopo 10 mesi, è un dramma della solitudine che forse non si poteva evitare ma che deve far riflettere sulle condizioni di alcuni luoghi della nostra città. Conosco chi ha scoperto il corpo, Maria Palomares, ci siamo incontrati per cercare di porre rimedio a una situazione ogni giorno più difficile. Ma a fronte del buio di questa morte uno spiraglio di luce si vede ed è quello dell’impegno di tanti cittadini del Giambellino/Lorenteggio, come Maria Palomares e il suo Comitato o Ulla Manzoni in via Lorenteggio o come tutti i volontari della “Casetta Verde” proprio di via Odazio, impegnati nei progetti sociali e di riqualificazione.
Loro, come ben dice l’ex questore Scarpis “si fanno gli affari dei loro vicini” ma ancora non basta: in una zona storicamente afflitta da abusivismo e abbandono l’impegno delle istituzioni e l’attenzione quotidiana deve essere doppio. E qui le manchevolezze di chi ha la responsabilità gestionali sono lampanti.
Nulla deve essere tralasciato, nulla deve rimanere intentato o una tragedia privata come quella di Fulvio Marinoni diventa la spia di una tragedia sociale. E questo è inaccettabile.
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