Dopo la debacle
Articolo di Lorenzo Gaiani.
1. Il livello dell'astensionismo sta raggiungendo vette ormai impensabili fino a qualche anno fa. Effetto della crisi della politica? Sì, nel duplice senso della mediocrità dell'offerta e dell'acuta percezione dell'inutilità della politica istituzionale nel senso del diffondersi della convinzione di quanto poco essa serva ai fini della soluzione dei problemi delle persone (che poi sono quelle che votano, e non lo fanno necessariamente pensando ai grandi ideali).
E' un problema serissimo, anche se la classe politica, soprattutto quelli che vincono, possono decidere di disinteressarsene badando al risultato ottenuto fra i votanti. Ma cosa succederà il giorno in cui decisioni comunque importanti che il Governo ed il Parlamento dovranno assumere saranno assunte grazie al mandato di una base elettorale corrispondente al 30/ 40% dei cittadini maggiorenni che sarà andato a votare? Di fronte ad una discrasia così totale fra rappresentanti e rappresentati che tali non si sentono?
2. La destra ha vinto di nuovo, ed allarga il suo potere a tutti i livelli. In questo senso non c'è da sperare in crisi interne o minacce di crisi di Governo. Magari succederà, ma più avanti, e comunque non c'è nulla che stringa come il potere , anche se magari leghisti e forzisti soffrono per il risultato di Fratelli d'Italia.
3. Ne consegue che l'unica opposizione possibile, al di là della necessaria, quotidiana lotta nelle istituzioni (ed è un'ottima notizia che Majorino abbia deciso di rimanere al Pirellone per guidare l'opposizione) è quella che si fa nella società con le idee e le proposte alternative, che non vengono veicolate da cantanti o presentatori ma da soggetti politici capaci di mettersi in sintonia con i movimenti sociali che già esistono non per replicarli ma per farne sintesi e dar loro forma politica.
4. Il PD non è l'unica opposizione esistente, ma è quella imprescindibile. Le Opa sono fallite, e , anche se bisogna rifiutarsi alle favolette consolatorie, come giustamente ha detto Bonaccini, resta il fatto che l'unica forza di opposizione articolata sul territorio con una rete di militanti e di amministratori a tutti i livelli è il Partito Democratico, che proprio per questo porta su di sé una gravissima responsabilità, che è quella di essere il perno intorno a cui l'opposizione si articola e cerca di costruire l'alternativa. E per far questo non servono dilettantismo ed improvvisazione ma solidità ed affidabilità. Serve soprattutto evitare il continuo chiacchiericcio politicistico su campi larghi ed altre amenità: chi vuole faccia le sue proposte, e a partire da queste si parlerà di alleanze, nei Comuni, nelle Regioni, a livello nazionale.
1. Il livello dell'astensionismo sta raggiungendo vette ormai impensabili fino a qualche anno fa. Effetto della crisi della politica? Sì, nel duplice senso della mediocrità dell'offerta e dell'acuta percezione dell'inutilità della politica istituzionale nel senso del diffondersi della convinzione di quanto poco essa serva ai fini della soluzione dei problemi delle persone (che poi sono quelle che votano, e non lo fanno necessariamente pensando ai grandi ideali).
E' un problema serissimo, anche se la classe politica, soprattutto quelli che vincono, possono decidere di disinteressarsene badando al risultato ottenuto fra i votanti. Ma cosa succederà il giorno in cui decisioni comunque importanti che il Governo ed il Parlamento dovranno assumere saranno assunte grazie al mandato di una base elettorale corrispondente al 30/ 40% dei cittadini maggiorenni che sarà andato a votare? Di fronte ad una discrasia così totale fra rappresentanti e rappresentati che tali non si sentono?
2. La destra ha vinto di nuovo, ed allarga il suo potere a tutti i livelli. In questo senso non c'è da sperare in crisi interne o minacce di crisi di Governo. Magari succederà, ma più avanti, e comunque non c'è nulla che stringa come il potere , anche se magari leghisti e forzisti soffrono per il risultato di Fratelli d'Italia.
3. Ne consegue che l'unica opposizione possibile, al di là della necessaria, quotidiana lotta nelle istituzioni (ed è un'ottima notizia che Majorino abbia deciso di rimanere al Pirellone per guidare l'opposizione) è quella che si fa nella società con le idee e le proposte alternative, che non vengono veicolate da cantanti o presentatori ma da soggetti politici capaci di mettersi in sintonia con i movimenti sociali che già esistono non per replicarli ma per farne sintesi e dar loro forma politica.
4. Il PD non è l'unica opposizione esistente, ma è quella imprescindibile. Le Opa sono fallite, e , anche se bisogna rifiutarsi alle favolette consolatorie, come giustamente ha detto Bonaccini, resta il fatto che l'unica forza di opposizione articolata sul territorio con una rete di militanti e di amministratori a tutti i livelli è il Partito Democratico, che proprio per questo porta su di sé una gravissima responsabilità, che è quella di essere il perno intorno a cui l'opposizione si articola e cerca di costruire l'alternativa. E per far questo non servono dilettantismo ed improvvisazione ma solidità ed affidabilità. Serve soprattutto evitare il continuo chiacchiericcio politicistico su campi larghi ed altre amenità: chi vuole faccia le sue proposte, e a partire da queste si parlerà di alleanze, nei Comuni, nelle Regioni, a livello nazionale.