Costituire la Commissione Parlamentare Antimafia
Articolo pubblicato da Avvenire.
“Il primo impegno per il 2023 sia approvare la legge per l’istituzione della Commissione Parlamentare Antimafia” per “dare un segnale forte alle mafie e alle forme corruttive” e perché “il problema delle mafie, ma anche dei fenomeni connessi della droga, della corruzione, del gioco d’azzardo e dei disastri ambientali prodotti dalla criminalità organizzata, sono diventati nella testa di troppe persone oggetto di normalizzazione”. E’ l’appello di Libera al Parlamento con una lettera firmata da don Luigi Ciotti e inviata al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a quelli di Camera e Senato e tutti i capigruppo.
“La Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali - scrive Libera nell’appello - non è una commissione parlamentare permanente, ma necessita di essere istituita con legge ad ogni nuova legislatura. Per questa ragione fin dal primo giorno dell’insediamento delle Camere, numerosi senatori e deputati hanno depositato il disegno di legge per la sua istituzione, consci che sia una priorità per il nostro Paese. Ad oggi però - denuncia Libera - non appare calendarizzata la discussione di nessuno di questi disegni e, seppur sia comprensibile che in questo momento sia data priorità alla legge di bilancio, affinché l’Italia non vada in esercizio provvisorio, è importante dare un segnale forte alle mafie e alle forme corruttive, discutendo questo provvedimento all’indomani dell’approvazione della legge di bilancio”.
Don Ciotti ricorda come “la pandemia e la crisi economica che stiamo vivendo conducono molte persone ad occuparsi delle emergenze quotidiane da affrontare, ma c’è un filo rosso che tiene unite le grandi diseguaglianze globali, le speculazioni finanziarie, le mafie e la corruzione. È il filo della criminalità dei potenti, delinquenti che trovano il modo di stringere sodalizi a scapito di ampie fasce della popolazione, che rischia di sentirsi sempre più impotente e di essere in via crescente impoverita”. Le numerose inchieste portate avanti da magistrati e forze dell’Ordine “dimostrano con chiarezza che mafie e corruzione sono ancora forti e che c’è bisogno di uno scatto, di un sussulto di coscienza prima che sia troppo tardi. Nella politica del Paese il problema delle mafie è un argomento messo da parte: è giunto il momento di diventare più presenti in quei contesti scomodi e lontani dove le mafie proliferano”.
Per queste ragioni, conclude il fondatore e presidente di Libera “è urgente che il Parlamento istituisca in tempi brevi la Commissione antimafia e che lavori alacremente per leggere ciò che sta avvenendo sui territori e avanzi, accanto alla denuncia, delle proposte utili a liberare il Paese dalla morsa degli interessi criminali e dalle troppe connivenze di cui godono”.
“Il primo impegno per il 2023 sia approvare la legge per l’istituzione della Commissione Parlamentare Antimafia” per “dare un segnale forte alle mafie e alle forme corruttive” e perché “il problema delle mafie, ma anche dei fenomeni connessi della droga, della corruzione, del gioco d’azzardo e dei disastri ambientali prodotti dalla criminalità organizzata, sono diventati nella testa di troppe persone oggetto di normalizzazione”. E’ l’appello di Libera al Parlamento con una lettera firmata da don Luigi Ciotti e inviata al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a quelli di Camera e Senato e tutti i capigruppo.
“La Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali - scrive Libera nell’appello - non è una commissione parlamentare permanente, ma necessita di essere istituita con legge ad ogni nuova legislatura. Per questa ragione fin dal primo giorno dell’insediamento delle Camere, numerosi senatori e deputati hanno depositato il disegno di legge per la sua istituzione, consci che sia una priorità per il nostro Paese. Ad oggi però - denuncia Libera - non appare calendarizzata la discussione di nessuno di questi disegni e, seppur sia comprensibile che in questo momento sia data priorità alla legge di bilancio, affinché l’Italia non vada in esercizio provvisorio, è importante dare un segnale forte alle mafie e alle forme corruttive, discutendo questo provvedimento all’indomani dell’approvazione della legge di bilancio”.
Don Ciotti ricorda come “la pandemia e la crisi economica che stiamo vivendo conducono molte persone ad occuparsi delle emergenze quotidiane da affrontare, ma c’è un filo rosso che tiene unite le grandi diseguaglianze globali, le speculazioni finanziarie, le mafie e la corruzione. È il filo della criminalità dei potenti, delinquenti che trovano il modo di stringere sodalizi a scapito di ampie fasce della popolazione, che rischia di sentirsi sempre più impotente e di essere in via crescente impoverita”. Le numerose inchieste portate avanti da magistrati e forze dell’Ordine “dimostrano con chiarezza che mafie e corruzione sono ancora forti e che c’è bisogno di uno scatto, di un sussulto di coscienza prima che sia troppo tardi. Nella politica del Paese il problema delle mafie è un argomento messo da parte: è giunto il momento di diventare più presenti in quei contesti scomodi e lontani dove le mafie proliferano”.
Per queste ragioni, conclude il fondatore e presidente di Libera “è urgente che il Parlamento istituisca in tempi brevi la Commissione antimafia e che lavori alacremente per leggere ciò che sta avvenendo sui territori e avanzi, accanto alla denuncia, delle proposte utili a liberare il Paese dalla morsa degli interessi criminali e dalle troppe connivenze di cui godono”.