Con il nuovo Codice degli Appalti ci saranno gare meno trasparenti
Articolo di Franco Mirabelli.
La proposta di Codice degli Appalti approvata in Consiglio dei Ministri è preoccupante per diverse ragioni, a cominciare dalla liberalizzazione dei subappalti. Ma, in particolare, l’aumento fino a 500mila euro del tetto per gli affidamenti diretti è una scelta sbagliata e pericolosa.
Salvini fa propaganda affermando che così l’80% degli appalti avverrà per affidamento diretto. Cioè l’80% degli appalti verrebbero aggiudicati senza gara, con tutto ciò che ne consegue in termini di scarsa trasparenza e meno garanzie di qualità delle opere, senza alcuna garanzia sui tempi.
Tutto viene giustificato con l’attuazione del PNRR e la necessità di velocizzare i lavori, dimenticando che per le realizzazioni legate al PNRR già sono in vigore norme fatte per consentire il rispetto dei tempi.
Si è scelto ancora di rinunciare alla via maestra indicata anche nella legge delega: quella della riduzione e della qualificazione delle centrali appaltanti per garantire velocità, trasparenza e qualità.
Si è scelta, invece, la strada della deregulation che non dà garanzie ma rischia di penalizzare proprio la qualità e la trasparenza dei processi e la sicurezza sul lavoro.
La proposta di Codice degli Appalti approvata in Consiglio dei Ministri è preoccupante per diverse ragioni, a cominciare dalla liberalizzazione dei subappalti. Ma, in particolare, l’aumento fino a 500mila euro del tetto per gli affidamenti diretti è una scelta sbagliata e pericolosa.
Salvini fa propaganda affermando che così l’80% degli appalti avverrà per affidamento diretto. Cioè l’80% degli appalti verrebbero aggiudicati senza gara, con tutto ciò che ne consegue in termini di scarsa trasparenza e meno garanzie di qualità delle opere, senza alcuna garanzia sui tempi.
Tutto viene giustificato con l’attuazione del PNRR e la necessità di velocizzare i lavori, dimenticando che per le realizzazioni legate al PNRR già sono in vigore norme fatte per consentire il rispetto dei tempi.
Si è scelto ancora di rinunciare alla via maestra indicata anche nella legge delega: quella della riduzione e della qualificazione delle centrali appaltanti per garantire velocità, trasparenza e qualità.
Si è scelta, invece, la strada della deregulation che non dà garanzie ma rischia di penalizzare proprio la qualità e la trasparenza dei processi e la sicurezza sul lavoro.
Per seguire l'attività del senatore Franco Mirabelli: sito web - pagina facebook