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Fallimento di Regione Lombardia su aree dismesse e consumo di suolo

Written by Carlo Borghetti.

Articolo di Carlo Borghetti.

Fabbriche la cui produzione è cessata da anni, capannoni vuoti, negozi chiusi, complessi residenziali mai finiti, vecchie cascine: le aree dismesse per la crisi, l’evoluzione economica, lo spopolamento di piccoli borghi in Lombardia sono oltre 3800, secondo il Maud Lab del Politecnico di Milano. Il Cittadino di Monza e Brianza di sabato 5 novembre ha dedicato al tema un’ampia analisi, con numeri impressionanti: i siti e i terreni abbandonati occupano 5300 ettari, pari a un quarto della superficie di Milano.
Quasi 3150 ettari sono inutilizzabili per la presenza di oltre 1600 fabbriche in disuso, seguiti da terreni agricoli incolti (550 ettari), liberi (335), un tempo adibiti a servizi (334), per infrastrutture dismesse (260), immobili commerciali (130), edifici residenziali disabitati (58).
Il 33% dei luoghi abbandonati, 1665 ettari, è racchiuso nei confini della città metropolitana di Milano: il più esteso, 58 ettari, è più grande di tutte le aree dismesse delle province di Lodi e Sondrio, che non arriva neanche a 51 ettari (1%). Al secondo posto, c’è il 14% in provincia di Brescia, poi il 10% Mantova, il 8% nel pavese e nel varesotto, l’8 per cento nella bergamasca, il 5% in Brianza, il 4% nelle province di Cremona e Lecco, il 2% in quella di Como.
A Monza, dove la superficie urbanizzata arriva al 49,7%, le aree dismesse occupano circa 60 ettari.
Gli incentivi concessi dal Pirellone per favorire la riqualificazione di edifici fatiscenti, recepite dalla variante normativa al Piano di governo del territorio approvata a dicembre 2021 dal centrodestra, non hanno avuto alcun effetto sui cantieri né spinto i privati a presentare progetti di recupero. Così come nessun effetto ha sortito la normativa per preservare il consumo di suolo. In Lombardia è ora di cambiare!

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