Da Meloni atlantismo di facciata
Interviste di La Stampa e QN a Piero Fassino.
Le parole di Silvio Berlusconi sulla guerra in Ucraina "sono assolutamente inaccettabili", afferma il deputato del Partito democratico Piero Fassino in un'intervista alla Stampa. "Berlusconi è stato presidente del Consiglio" e ora "le sue parole manifestano un'ambiguità, una reticenza, una doppiezza che danneggiano fortemente l'Italia, gettando un'ombra pesante sulla sua credibilità e affidabilità".
L'esponente dem chiede un "chiarimento assoluto" al futuro governo. "Non basta che la Meloni dichiari di stare con l'Ucraina - dice - Noi vogliamo sapere dove si collocano il governo italiano e la sua maggioranza".
Ora "la scelta del ministro degli Esteri diventa molto delicata", sostiene il deputato per il quale "si impone una netta, inequivoca, decisa presa di distanze di Tajani da quello che Berlusconi ha detto".
La premier in pectore Giorgia Meloni ha ribadito la sua posizione con la Nato, ma per Fassino - come dichiara al QN - "è un atlantismo di cui andrebbe verificata la sincerità; un atlantismo strumentale, finalizzato alla sua legittimazione".
"Atteggiamenti ambigui e reticenti nei confronti della Russia di Putin - aggiunge l'ex sottosegretario agli Esteri - li abbiamo anche nella Lega, fino alle parole pronunciate dal neopresidente dalla Camera Fontana, in questi giorni".
In questo modo "il governo parte con handicap - ritiene Fassino - essere ambiguo sulla Russia, schierarsi con Orban, simpatizzare con i nostalgici franchisti di Vox in Spagna" significa "che viene dissestato il posizionamento internazionale del nostro Paese".
Le parole di Silvio Berlusconi sulla guerra in Ucraina "sono assolutamente inaccettabili", afferma il deputato del Partito democratico Piero Fassino in un'intervista alla Stampa. "Berlusconi è stato presidente del Consiglio" e ora "le sue parole manifestano un'ambiguità, una reticenza, una doppiezza che danneggiano fortemente l'Italia, gettando un'ombra pesante sulla sua credibilità e affidabilità".
L'esponente dem chiede un "chiarimento assoluto" al futuro governo. "Non basta che la Meloni dichiari di stare con l'Ucraina - dice - Noi vogliamo sapere dove si collocano il governo italiano e la sua maggioranza".
Ora "la scelta del ministro degli Esteri diventa molto delicata", sostiene il deputato per il quale "si impone una netta, inequivoca, decisa presa di distanze di Tajani da quello che Berlusconi ha detto".
La premier in pectore Giorgia Meloni ha ribadito la sua posizione con la Nato, ma per Fassino - come dichiara al QN - "è un atlantismo di cui andrebbe verificata la sincerità; un atlantismo strumentale, finalizzato alla sua legittimazione".
"Atteggiamenti ambigui e reticenti nei confronti della Russia di Putin - aggiunge l'ex sottosegretario agli Esteri - li abbiamo anche nella Lega, fino alle parole pronunciate dal neopresidente dalla Camera Fontana, in questi giorni".
In questo modo "il governo parte con handicap - ritiene Fassino - essere ambiguo sulla Russia, schierarsi con Orban, simpatizzare con i nostalgici franchisti di Vox in Spagna" significa "che viene dissestato il posizionamento internazionale del nostro Paese".