Un aggiornamento da Bruxelles
Articolo di Patrizia Toia (video).
Un aggiornamento settimanale, questa volta da Bruxelles.
Il primo dei temi che vorrei trattare è quello del provvedimento relativo alle automobili. Sapete che il Parlamento ha stabilito come a partire dal 2035, in Europa, non si possano più vendere e immatricolare automobili con motore a scoppio, alimentate quindi a benzina o a diesel. Manca ancora la voce del Consiglio, cioè degli Stati, per trovare una soluzione definitiva. Col nostro voto abbiamo indicato una strada molto precisa, quella dell’elettrificazione, verso cui già si stanno dirigendo grandi aziende europee e che sarà la stessa verso cui dovrà incamminarsi anche l’Italia.
Un aggiornamento settimanale, questa volta da Bruxelles.
Il primo dei temi che vorrei trattare è quello del provvedimento relativo alle automobili. Sapete che il Parlamento ha stabilito come a partire dal 2035, in Europa, non si possano più vendere e immatricolare automobili con motore a scoppio, alimentate quindi a benzina o a diesel. Manca ancora la voce del Consiglio, cioè degli Stati, per trovare una soluzione definitiva. Col nostro voto abbiamo indicato una strada molto precisa, quella dell’elettrificazione, verso cui già si stanno dirigendo grandi aziende europee e che sarà la stessa verso cui dovrà incamminarsi anche l’Italia.
La legge su contratti pubblici e appalti coniuga velocità, qualità e legalità
Intervento in Senato di Franco Mirabelli (video).
Sono state già dette con chiarezza molte delle ragioni per cui voteremo convintamente questo provvedimento.
Si tratta di un provvedimento importante che il Senato aveva già migliorato in modo significativo e che il passaggio alla Camera dei Deputati è stato in grado di migliorare ulteriormente e completare, soprattutto sulle questioni che riguardano la tutela dei lavoratori, introducendo l’obbligo della clausola sociale, quindi, rafforzando ciò che era già previsto al Senato e il mandato alle centrali appaltanti affinché la revisione dei prezzi sia consentita in corso d’opera, anche in presenza di modifiche dei contratti nazionali.
Sono state già dette con chiarezza molte delle ragioni per cui voteremo convintamente questo provvedimento.
Si tratta di un provvedimento importante che il Senato aveva già migliorato in modo significativo e che il passaggio alla Camera dei Deputati è stato in grado di migliorare ulteriormente e completare, soprattutto sulle questioni che riguardano la tutela dei lavoratori, introducendo l’obbligo della clausola sociale, quindi, rafforzando ciò che era già previsto al Senato e il mandato alle centrali appaltanti affinché la revisione dei prezzi sia consentita in corso d’opera, anche in presenza di modifiche dei contratti nazionali.
Europa e Balcani occidentali
Articolo di Marina Berlinghieri.
I Paesi dei Balcani Occidentali fanno parte dell'Europa e, in quanto tali, appartengono all'UE a pieno titolo.
Tuttavia il processo di adesione di Serbia e Montenegro ha perso terreno, la Macedonia del Nord e l'Albania hanno investito molto, ma sono ancora in attesa che inizino i negoziati di adesione e Kosovo e Bosnia-Erzegovina sembrano bloccati in sala d'attesa.
L'UE ha ribadito la sua promessa di una "prospettiva nella UE" dei Paesi dei Balcani occidentali, ma questa disponibilità rischia di non essere credibile: da un lato ci sono ancora deficit democratici nei Paesi dei Balcani occidentali, dall’altro c'è troppa esitazione nella volontà di un effettivo allargamento.
I Paesi dei Balcani Occidentali fanno parte dell'Europa e, in quanto tali, appartengono all'UE a pieno titolo.
Tuttavia il processo di adesione di Serbia e Montenegro ha perso terreno, la Macedonia del Nord e l'Albania hanno investito molto, ma sono ancora in attesa che inizino i negoziati di adesione e Kosovo e Bosnia-Erzegovina sembrano bloccati in sala d'attesa.
L'UE ha ribadito la sua promessa di una "prospettiva nella UE" dei Paesi dei Balcani occidentali, ma questa disponibilità rischia di non essere credibile: da un lato ci sono ancora deficit democratici nei Paesi dei Balcani occidentali, dall’altro c'è troppa esitazione nella volontà di un effettivo allargamento.
La Sanità territoriale della Martesana va rilanciata
«Grazie ai fondi dell’Europa e al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, anche in Lombardia arriveranno le Case della Comunità e gli Ospedali di Comunità: vogliamo che siano davvero il rilancio della sanità territoriale che manca nella nostra Regione a causa di una sanità che negli ultimi 25 anni ha investito solo sugli ospedali e che, spostando sempre più risorse sugli ospedali privati, ha finito per indebolire gli ospedali pubblici e la sanità pubblica in generale»: più che un auspicio, un’esigenza di concretezza, quella sottolineata a Rodano dal Vicepresidente del Consiglio regionale Carlo Borghetti (PD), componente della Commissione Sanità, durante la tappa n.73 del suo tour sanitario nei Comuni lombardi, nell’evento di lunedì 13 giugno, “Sanità e Territorio. SOS Medici di base. Crisi della Riforma in Lombardia. La medicina territoriale. Le Case di comunità e i Comuni interessati”, organizzata dal locale Circolo PD nella Biblioteca comunale di via Turati 9.