Relazione sulla Riforma Costituzionale
Non è senza emozione che mi accingo ad illustrare la mia relazione alla proposta di riforma costituzionale che viene ora all'esame della Camera.
Per molti di noi, spero per tutti, anche se oggi non siamo tanti, la Carta costituzionale è l'esito, non scontato, di un travaglio terribile che attraversò la nostra patria, la nostra nazione, la nostra comunità, nel corso della dittatura fascista e dell'occupazione nazista nel secondo conflitto mondiale. La Costituzione noi la leggiamo come l'esito di una liberazione, di quella liberazione. La Costituzione per la quale, ancora oggi, noi ringraziamo i padri costituenti, è ciò che viene consegnato a noi da quell'Assemblea, apertasi il 25 giugno 1946, e conclusasi il 31 gennaio 1948, dopo che il Parlamento, nel 1922, era stato definito dal dittatore Mussolini, che prendeva il potere su decisione del re, «un Aula sorda e grigia» il punto più basso dalla definizione delle nostre Aule parlamentari.