Il confronto libero e trasparente è la condizione per l'unità

La conferma che, se si parte dalle ragioni del nostro stare insieme nel rispetto delle differenze che devono essere considerate una ricchezza, l'unità non solo è necessaria ma è possibile.
Spero che in Direzione possa prevalere lo stesso spirito, ci sia un confronto libero e trasparente, che è condizione per l'unità e può dare più forza al segretario reggente e a tutto il gruppo dirigente del Pd in questo momento difficile.
Con la consapevolezza che non c'è in gioco solo il futuro nostro, ma quello del Paese.
Ripartiamo dalla Costituzione

Di fronte ad uno scenario confuso come quello che abbiamo ereditato dalle elezioni del 4 marzo 2018 può essere utile ripartire da qui, dalla nostra Costituzione.
L’articolo 49 - scritto, non dimentichiamolo, alla fine di una dittatura che per oltre un ventennio aveva sostanzialmente negato anche l’esercizio dei diritti politici – affidava un’enorme responsabilità ai partiti: dare libera voce ai cittadini e far vivere la democrazia nelle istituzioni repubblicane.
Serve il congresso

Luigi Zanda fu il primo dei dirigenti dem a chiedere a Matteo Renzi di onorare l’istituto delle dimissioni. E adesso che l’ex segretario è tornato sulla scena terremotando il Pd, il senatore che ha presieduto il gruppo di Palazzo Madama rinnova energicamente l’appello: «Quando ci si dimette bisogna abbandonare il campo».
Cosa pensa degli altolà dell’ex premier?
«Penso che Martina abbia ragione, l’atteggiamento di Renzi fa molto male al Pd. Oggi i partiti personali sono di moda ma in tutto il mondo funzionano fino a quando il leader vince. Quando si perde in un referendum, alle regionali, alle amministrative e, alle politiche, si dimezzano i consensi, i partiti personali perdono».
«Penso che Martina abbia ragione, l’atteggiamento di Renzi fa molto male al Pd. Oggi i partiti personali sono di moda ma in tutto il mondo funzionano fino a quando il leader vince. Quando si perde in un referendum, alle regionali, alle amministrative e, alle politiche, si dimezzano i consensi, i partiti personali perdono».
Non voglio un partito dove ci si odia

Fermate le trombe, le asce di guerra, le frecce.
Noi siamo una comunità politica, unita da ideali. E se non c’è ne sono abbastanza che ci uniscano abbiamo il compito di ricostruirli.
Ci stiamo differenziando per l’atteggiamento da avere con i Cinque Stelle? Perfetto ne discuteremo e voteremo. Ognuno rispetterà le decisioni. In molti avete scritto che questa decisione da prendere avrebbe dovuto vedere la piena partecipazione di Matteo Renzi.
Renzi irrispettoso

Lo scrive su Twitter Dario Franceschini riferendosi alle affermazioni di Matteo Renzi.
"Dalla direzione Pd di giovedì è indispensabile che si esca con un chiarimento che consenta a Martina di guidare il partito con autorevolezza in una fase così cruciale per il Paese. Nessun partito ha vita lunga con due strategie concorrenti e due centri di direzione". Lo ha dichiarato Piero Fassino.
Fonte: Ansa