Parole allarmati dalla Direzione Investigativa Antimafia su Como

Legalità prima di tutto

Dentro le vicende accadute nel varesotto ci sono molte componenti che confermano quanto è emerso dagli approfondimenti che abbiamo fatto nella scorsa Legislatura con la Commissione Parlamentare Antimafia e la collaborazione dell’Università degli Studi di Milano con Nando Dalla Chiesa sulla presenza delle mafie al Nord. Quello che è emerso è contenuto nella Relazione conclusiva dei lavori della Commissione che dice che le mafie - e in particolare la ‘ndrangheta - sono insediate al Nord.
Milano non dimentica la strage di Via Palestro

Milano ha saputo dire "no alla mafia" e ogni giorno "stronca il tentativo delle mafie di recuperare il terreno perduto". Lo fa dal 27 luglio del 1993 quando Cosa Nostra provò a piegare il capoluogo lombardo con un'autobomba in via Palestro. I cinque morti di quella strage di 26 anni fa sono stati ricordati oggi dal sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che è tornato a chiedere giustizia per le vittime: "La strage di via Palestro è ancora in gran parte impunita. E' inaccettabile che, malgrado diverse sentenze, esecutori e mandanti non abbiano saldato il loro conto con la giustizia. Milano si domanda come sia possibile non essere riusciti a venire a capo di questa strage. E se la domanda rimane senza risposta noi continueremo a ricordare".
Pragmatismo ed idealismo insieme per un’Europa democratica

La nuova legislatura europea è iniziata con una scelta difficile per chi lotta per un’Europa sociale: alla presidenza della Commissione europea è stata nominata la tedesca conservatrice Ursula von der Leyen e noi eurodeputati siamo stati chiamati a ratificare la decisione dei Governi. Può essere lei a incarnare quel radicale cambiamento democratico dell’Unione europea che abbiamo promesso ai nostri elettori? E’ lei la persona che sognavamo alla guida dell’esecutivo comunitario?
I morti in mare e la tesi salviniana del "se la sono cercata"
È certamente un caso se nel giorno dell’approvazione del decreto sicurezza bis arriva la notizia di un naufragio nel Mediterraneo e della morte di 150 persone, tante donne e bambini, vittime dei ritardi e della mancanza di soccorsi.
È un caso ma è anche certamente la conseguenza della politica di chi ha chiuso la missione Sofia che controllava quei tratti di mare e di chi oggi con quel decreto criminalizza tutte le ONG che in questi anni hanno salvato tante vite.
È un caso ma è sparito dall’agenda il tema di come impedire che tanti disperati muoiano in mare.