La nostra identità segnata da piazza Fontana

Discorso pronunciato per commemorare i 50 anni dalla strage di Piazza Fontana nell'aula del Consiglio comunale di Milano.
Signor Presidente del Consiglio Comunale, Signor Sindaco, Signore e Signori Consiglieri, Signor Presidente della Regione, Presidente Arnoldi e cari Familiari delle vittime, ci troviamo a Palazzo Marino, luogo della democrazia della comunità milanese, contro il quale la ferocia di terroristi neofascisti tentò di replicare, undici anni dopo, la strage di Piazza Fontana. Siamo qui, oggi, perché avvertiamo il dovere di ricordare, insieme, avvenimenti per i quali si è fatta verità e si è cercata giustizia, tra difficoltà e ostacoli, e sovente giungendo a esiti insoddisfacenti e vani. L'identità della Repubblica è segnata dai morti e dai feriti della Banca Nazionale dell'Agricoltura.
Piazza Fontana, 50 anni dopo

Gli attentati di Milano e di Rona del 12 dicembre del 1969 che inaugurò una lunga stagione di sangue nel nostro Paese, furono organizzate dai neofascisti di Ordine Nuovo, i quali, poterono godere di protezioni e di depistaggi da parte di settori deviati dello Stato che, avrebbero dovuto invece difendere l’Ordinamento democratico e repubblicano.
Quindi, la galassia neofascista e uomini infedeli dello Stato, ebbero certamente obiettivi da perseguire diversi, ma accomunati da interessi convergenti.
A nome di Milano chiedo scusa alla famiglia Pinelli
"Il senso di ingiustizia ti rimane dentro e allora, posto che ingiustizia c'e' stata, la mia presenza qua oggi ha soprattutto il significato di chiedere scusa e perdono a nome della citta' per quello che e' stato. Credo che sia qualcosa che sentiamo tutti noi profondamente e credo che sia qualcosa che vada fatto. Quindi in primis esprimo la nostra richiesta di perdono alla famiglia Pinelli". Queste le parole del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, a nome della città, alla famiglia di Giuseppe Pinelli, il ferroviere anarchico morto nella notte tra il 15 e il 16 dicembre 1969, cadendo dalle finestre della Questura, dove era trattenuto per accertamenti in seguito alla strage di Piazza Fontana.
La riforma complessiva del settore giochi deve essere una priorità
I lavoratori del settore del gioco legale valgono quanto i lavoratori che producono plastica e, quindi, vanno tutelati.
Continuo a pensare che lo Stato non possa pensare di fare cassa sui giochi, continuando ad aumentare l’attesa di entrate derivante dalla tassazione dei giochi, senza dall’altra parte fare una politica coerente.
Io penso che bisogna ridurre le entrate da gioco e anche diminuire domanda e offerta di gioco. Non si può, infatti, pensare di diminuire domanda e offerta di gioco e contemporaneamente pretendere di ricavare più soldi dal gioco, perché è evidente che questo uccide intere categorie e spinge verso il gioco illegale, che è la cosa che dobbiamo impedire.
Nessuna strumentalizzazione sul nuovo Presidente della Corte Costituzionale

Ora, l’elezione di ieri, rappresenta certamente un approdo storico per le donne di questo Paese, ma affrettarsi ad issare le bandierine politicamente propagandistiche, denota ancora una volta, la conferma di un vivere alla giornata senza avere una visione strutturale del Paese.