Un nuovo Presidente, una nuova fase
Articolo pubblicato dal Giornale dei Lavoratori
L’elezione di Sergio Mattarella alla Presidenza della Repubblica alla quarta votazione è un’ottima notizia: in primo luogo perché colma immediatamente il vuoto istituzionale creato dalle annunciate dimissioni di Giorgio Napolitano, secondariamente per la qualità ed i meriti dell’eletto, che in questa fase storica è forse il miglior Presidente che l’Italia potesse avere. La storia personale di Mattarella è nota, ed affonda le sue radici nelle vicende politiche siciliane e nazionali degli ultimi settant’anni, a partire da quelle del padre Bernardo, uno dei fondatori della Democrazia Cristiana in Sicilia, antifascista dichiarato e nemico delle idee separatiste che serpeggiavano nell’isola alla fine dell’ultima guerra mondiale. Più volte ministro, Bernardo Mattarella venne accusato di collusioni con la mafia, accuse mai provate e che peraltro provocarono un processo per diffamazione contro il noto sociologo e pedagogista Danilo Dolci, che venne condannato.




L’elezione, con ampio consenso, di Sergio Mattarella a Presidente della Repubblica italiana costituisce un punto di consolidamento istituzionale dell’Italia democratica; e questo ha un profondo significato perché avviene a seguito della caduta di credibilità nel ruolo della politica ed il lungo travaglio che ne è seguito dopo la disfatta dei partiti che storicamente hanno elaborato la nostra Carta Costituzionale.
Ecco il percorso che, passo dopo passo, ci ha portato all'elezione di Sergio Mattarella come dodicesimo Presidente della Repubblica Italiana. Visto dai miei occhi.