Riconoscimento professioni sanitarie
“Grazie a Gimbe per questo premio e grazie ai professionisti. Il sistema politico ha bisogno di entrare in contatto con i mondi professionali per prendere decisioni informate”. Lo ha detto Emilia Grazia De Biasi, Presidente della Commissione Sanità del Senato, nell’intervento in cui ha ringraziato Gimbe per averle conferito il premio a Bologna nell’ambito della Conferenza nazionale della Fondazione per “aver difeso continuamente un Servizio sanitario pubblico, equo e solidaristico nell’ambito della sua attività parlamentare”. La senatrice ha voluto anche sottolineare che c’è una cosa che le sta “molto a cuore: il riconoscimento delle professioni sanitarie. Quello che resta da fare per le donne in Lombardia
I diritti per le coppie con la legge sulle unioni civili
Articolo pubblicato sul mensile Zona Nove.
Nel 1989 la Danimarca fu il primo Paese europeo a riconoscere alle coppie omosessuali diritti e doveri simili a quelli che regolano le relazioni matrimoniali. Da allora praticamente tutti i Paesi europei hanno seguito la stessa strada. Il nostro Paese era rimasto l'ultimo, se si escludono i Paesi balcanici e dell'ex Unione Sovietica, a non dare alcun riconoscimento alle migliaia di coppie omosessuali che esistono in Italia.
Adozioni e bonus bebè: altro grave errore di Maroni
L'Unione Famiglie Adottive Italiane condivide la nostra mozione affinché Maroni estenda il bonus bebè anche ai figli adottivi: peccato che Maroni e Gallera insistano a considerarli figli di serie B.Abbiamo incontrato al Pirellone, come gruppo consiliare regionale del PD, l'Associazione Famiglie Adottive Italiane, l'UFAI, in seguito alla incredibile decisione di Maroni e del suo assessore Gallera di mantenere l'esclusione dal bonus-bebè dei figli adottivi, tra l'altro con una incredibile dichiarazione di Gallera, che ha detto che le famiglie adottive sono ricche (visto che hanno adottato) e che quindi non avrebbero bisogno di sostegno economico...
Sull'utero in affitto
Lo scrivo con molta sofferenza, ma voglio esprimere, con tutta la sincerità di cui sono capace, il disagio interiore che mi accompagna ogni volta che leggo o vengo a conoscenza di vicende che riguardino un utero in affitto. Non riesco a togliermi dalla testa l'idea di una madre disperata che, per vivere o sopravvivere, rinunci alla cosa più preziosa e intima che la natura le possa dare: veder crescere, amare, educare, curare la creatura che per sette o nove mesi ha portato dentro di se.


