Pronto a unire la sinistra fuori del Pd

"È il momento della verità" avverte Giuliano Pisapia. Ognuno si assuma le proprie responsabilità, dice l'ex sindaco di Milano: e quando si andrà a votare, "al più presto possibile, con una legge elettorale che sia uguale per le due Camere", lui è pronto a tornare in pista. Per riunire il popolo di sinistra che non si riconosce nel Pd sotto la bandiera di un nuovo soggetto politico - il Campo Progressista - disponibile a un'alleanza leale con Renzi. Ad una condizione: che lui rompa con Alfano e con Verdini.
In Lombardia non ci facciamo capire

Lo ammette senza troppi giri di parole Franco Mirabelli. Il senatore PD riapre quella «questione lombarda» presentatasi più volte nelle ultime tornate elettorali, a partire dalle Regionali del 2013, quando l’allora candidato governatore del centrosinistra, Umberto Ambrosoli, superò Maroni in quasi tutti i capoluoghi lombardi ma perse la partita per il voto contro dell’altra Lombardia, che non vive in città.
L'esito del Referendum

Per quanto riguarda Milano e la Lombardia, il Sì ha vinto nel Capoluogo ma ha perso nel resto della Regione.
In Lombardia si è recato alle urne il 74,22% degli aventi diritto al voto (5.552.510 di cittadini). Milano ha votato in controtendenza rispetto al dato nazionale, attribuendo al Sì 343.637 voti pari al 51,1% e 328.440 al No (48,9%). I risultati definitivi in Lombardia hanno invece registrato una prevalenza di No, pari al 55,5%. I Sì sono rimasti fermi al 44,5%. Il Sì ha vinto anche a Mantova, Monza, Bergamo ma è andato sotto negli altri capoluoghi lombardi.
Questi alcuni commenti a caldo:
Viva l’Italia, in bocca al lupo a tutti noi

Oggi il popolo italiano ha parlato, ha parlato in modo inequivocabile. Ha scelto in modo chiaro e netto e credo che sia stata una grande festa per la democrazia. Le percentuali di affluenza sono state superiori a tutte le attese.
È stata una festa che si è svolta in un contesto segnato da qualche polemica in campagna elettorale, ma in cui tanti cittadini si sono riavvicinati alla Carta costituzionale, al manuale delle regole del gioco, e credo che questo sia molto bello, importante e significativo.
Perché voto Sì

Voto SI perché non è vero che i governi avrebbero più poteri, anzi si ricostruisce la distinzione tra potere esecutivo e potere legislativo, dopo che in questi anni tutti i governi hanno abusato di decreti legge e leggi delega, lasciando al Parlamento solo la possibilità di ratificare ciò che è deciso nel Consiglio dei Ministri.