Il Paese non è disperato come lo descrivono
Franco Mirabelli, senatore del Partito Democratico, è candidato nel proporzionale di Milano. Ad Affaritaliani.it Milano spiega: "Si è alimentata negli anni la narrazione che il Paese è disperato, è in declino. Ma non è così".
E allora, com'è? Tutto bene?
E allora, com'è? Tutto bene?
Non tutto bene. Però iniziamo a dire che nei mercati, parlando con la gente, c'è un paradosso verificabile in pochi minuti. Se uno chiede alle persone se la loro vita è migliorata tra il 2013 e oggi, tutti dicono di sì. Se invece chiedi loro se la società, se la collettività è migliorata, allora ti dicono di no. Insomma per loro il Paese è peggiorato, le vita singole sono migliorate.
Il nemico è la paura, la risposta è la politica

Accolto da un lungo applauso, Walter Veltroni ha parlato oggi dal palco dell’Eliseo di Roma, dove ha pronunciato un discorso straordinario.
“Non sono qui per fare un endorsement per Paolo Gentiloni, il mio sostegno nei suoi confronti è scontato, ci conosciamo da sempre, dai tempi della scuola, e abbiamo sempre combattuto le nostre battaglie dalla stessa parte.
Sono qui per tessere due elogi controcorrente: quello della politica e quello dell’idea del Partito Democratico.
Cultura e Centrosinistra

Un po' di verità su EMA

Non siamo secondi a nessuno e io personalmente con tutta la delegazione PD sto facendo il massimo. Voglio ribadire che il Parlamento non è un “timbratore” di decisioni altrui, ma farà valere i suoi poteri e che ogni scelta va fatta sulla base di criteri stabiliti e precisi.
Un piccolo elenco dei passaggi: di fronte al tentativo dei Governi di decidere a porte chiuse, riducendo le prerogative del Parlamento, con l’intera delegazione Pd ho subito reagito scrivendo a Tusk e Juncker (due popolari!) per contestare questo metodo dei voti segreti e queste procedure, ricevendo zero risposte.
Non interrompere il percorso portato avanti dai governi Renzi e Gentiloni

La crisi economica insieme alla globalizzazione hanno prodotto l’una l’impoverimento di una parte degli italiani e l’altra il venir meno di tanti strumenti che consentivano nei vecchi Stati nazionali di poter condizionare i processi economici e sociali e, complessivamente, hanno provocato preoccupazione e incertezza per il futuro.
Ci si sente tutti più precari e meno protetti al di là del reddito o della posizione lavorativa.