Cosa dicono gli iscritti?

Che fare?
Fallito il tentativo di un governo 5stelle/Salvini (con o senza tutto il centrodestra), adesso il mandato esplorativo a Fico si gioca nel campo del PD.
Non possiamo sottrarci al confronto, ma non dobbiamo assolutamente dare per scontato l’esito.
Non fare una retrospettiva

Piero Fassino, siete passati dal «tocca a loro» al confronto con il M55?
«Bisogna partire da due dati politici. Primo: il voto ci ha consegnato tre minoranze, nessuna autosufficiente per fare un governo, per cui servono intese. Secondo: dopo le elezioni avevamo detto: “Tocca a loro” perché destra e 5 Stelle avevano preso più voti ed era giusto riconoscerlo. Ma 50 giorni dopo sappiamo che quel tentativo è abortito. E oggi Di Maio lo ha certificato ufficialmente, cosa che per noi rappresenta la precondizione per qualsiasi discorso».
«Bisogna partire da due dati politici. Primo: il voto ci ha consegnato tre minoranze, nessuna autosufficiente per fare un governo, per cui servono intese. Secondo: dopo le elezioni avevamo detto: “Tocca a loro” perché destra e 5 Stelle avevano preso più voti ed era giusto riconoscerlo. Ma 50 giorni dopo sappiamo che quel tentativo è abortito. E oggi Di Maio lo ha certificato ufficialmente, cosa che per noi rappresenta la precondizione per qualsiasi discorso».
Serve un PD unito: confrontiamo le opinioni diverse

Non capisco di cosa dovremmo avere paura: abbiamo idee e proposte, abbiamo chiaro l’orizzonte europeo che serve all’Italia e vogliamo difendere e migliorare le riforme di questi anni.
Se si potrà andare in questa direzione, bene: avremo fatto l’interesse del Paese. Se no, avversari come prima!
Le decisioni sul futuro del nostro ruolo vanno prese in Direzione

Non è la stessa cosa, non è una differenza da poco, non è un caso, noi siamo diversi. Abbiamo portato al Presidente Fico un programma; se loro lo approvassero lo sapremmo solo dall’esito di una piattaforma digitale di cui nessuno conosce il dato di trasparenza, di cui nessun organo terzo controlla il funzionamento.
Erano partiti dallo streaming, sono arrivati all’editing.
Serve un nuova Resistenza per riaffermare la democrazia
