Politica e Religione, il patto che preoccupa la Chiesa

"«Usare il crocifisso come un Big Jim qualunque è blasfemo. La Croce non è mai un segno identitario». Così un tweet di Padre Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica. E a rimarcare la dose la copertina di Famiglia Cristiana che titola «Vade retro Salvini». Che cosa sta succedendo dentro la Chiesa Cattolica?
Occorre leggere gli eventi italiani nel quadro di quanto accade a livello internazionale. In questo tempo di nuovi cambiamenti, la nuova destra che sta emergendo in tutto il mondo fa esplicito riferimento ai valori cristiani come uno dei punti qualificanti della propria azione." Lo scrive Mauro Magatti in un articolo sul Corriere della Sera.
Sbeffeggiamento e qualunquismo triviale

Ai tempi del duro scontro 'storico' Dc-Pc, per esempio, tra gli avversari c'era in ogni caso una sorta di rispetto "istituzionale" che impediva di superare certi limiti, nella polemica.
Vogliono un'informazione sovranista

Da un lato, Battelli dice che il servizio pubblico radiotelevisivo deve essere di parte, dalla loro parte, ovviamente, ‘non dei partiti morenti’; e quindi alla guida della Rai non deve esserci una figura di garanzia e di imparzialità, ma un convinto sovranista, un divulgatore di fake news che disprezza il nostro Presidente della Repubblica e schiaccia l’occhio a Putin.
Altro che ‘simbolo di imparzialità e di informazione equilibrata’.
Il potere e il senso del limite
Finora, la nuova maggioranza ha usato a piene mani il potere di nomina di organi parlamentari, di amministratori di società con partecipazione pubblica, di componenti di autorità indipendenti, di consigli di garanzia delle diverse magistrature, seguendo un antico uso ma mostrando la fretta di chi si mette alla tavola per la prima volta. Ora, però, essa core il rischio di superare quella sottile linea che separa l’uso legittimo di poteri dalla violazione delle norme.
Ma che sia democrazia

Davide Casaleggio ha lanciato il sasso: in futuro, il Parlamento potrebbe non servire più. Al suo posto, dice il primo "controllore" della piattaforma digitale che seleziona personale e scelte politiche del M5S, dobbiamo avere persone competenti capaci di prendere decisioni in modo rapido e diffuso. Secondo un modello che la Rete può aiutare a sviluppare.
Espressa nei limiti di una intervista giornalistica, l’affermazione si espone al rischio di semplificazioni e strumentalizzazioni.