La vicenda di Strasburgo e la lotta al terrorismo

Intervento in tv a 7Gold.
La vicenda di Strasburgo fa pensare che bisogna evitare di abbassare la guardia.
I terroristi non sono ancora stati sconfitti.
Gli appelli ai cani sciolti a operare continuano a esserci sul web.
Impressiona vedere che in Francia e in Belgio ci sia una rete che in qualche modo copre, alimenta e sostiene i terroristi.
Anche la vicenda di Strasburgo, in cui l'assassino - ferito e pluriricercato - per due giorni è stato in fuga, dimostra che probabilmente c'è una rete che gli ha garantito la possibilità di nascondersi.
Il figlio dell’Europa

Persone che inseguono i propri sogni e respirano la stessa aria a Parigi, a Bruxelles, a Berlino, a Milano, a Roma o a Madrid. Non importa il nome della città, conta quanto vivi dei tuoi sogni.
E alla fine, per la mia generazione, la parola Europa è proprio questo: il sogno di un mondo che parla di sè, si racconta. Un mondo che non è perfetto, ma che ha il coraggio di andare oltre quelle difficoltà che si incontrano tutti i giorni per creare qualcosa di più bello, e possibilmente più giusto. In barba a chi non ne capisce il senso e vede solamente numeri, conti e tasse.
Il terrorismo e noi

Antonio Megalizzi non ce l’ha fatta. E con lui altre tre vittime innocenti, colpite a morte a Strasburgo dalla furia omicida di un fanatico jihadista. Un altro terribile attentato che si aggiunge alle tragedie vissute in questi anni a Parigi, Madrid, Bruxelles, Londra, Monaco, Nizza, Berlino, Barcellona, Manchester, Stoccolma: le tante stazioni di una via crucis che ha funestato l’Europa, seminando dolore e paura. Un terrorismo che si alimenta di fanatismo religioso, rancore sociale, odio vendicativo e che recluta i suoi giovani attivisti nelle banlieux delle capitali europee, là dove i percorsi di integrazione precipitano spesso in emarginazione, precarietà e esclusione.
Regole dello Stato e dell'Europa considerate come fastidiosi ostacoli da abbattere

Intervento in Senato durante la discussione della fiducia al Governo sulla legge di bilancio.
Signor Presidente, nonostante da varie settimane fosse chiaro che il Governo stava consumando uno scandalo parlamentare di dimensioni enormi, non pensavo d'intervenire in questo dibattito. Ho cambiato opinione per quello che ho sentito nella discussione generale e per quello che ho visto nelle ultime ore di questa vicenda.
Credo che tutti qui, in quest'Aula, abbiano avvertito un sottofondo di spavento un senso di paura per il futuro, una consapevolezza che i nostri destini sono nelle mani di chi considera le regole dello Stato e dell'Europa due fastidiosi ostacoli da abbattere.
Il Parlamento è stato umiliato: si è impedito di discutere la Legge di Bilancio

Intervento in Senato durante la discussione della fiducia al Governo per la legge di bilancio (video).
La discussione sulla fiducia ci consente di fare anche delle considerazioni che vanno oltre la triste pagina che il Governo sta scrivendo in questi giorni con la Legge di Bilancio.
Esprimo la preoccupazione, che trova conferma in quello che è successo anche oggi, per il piglio e il modo con cui entrambe le forze che compongono la maggioranza hanno interpretato questi mesi di Governo. Hanno cambiato idea su tutto.
Hanno fatto altisonanti proclami contro l’Europa per poi farsi scrivere la finanziaria dall’Europa.