Recuperate mille case popolari

Per un po’ quel contatore è stato un incubo, inchiodato com’era a zero. C’è voluto tempo per ingranare, per smuovere la complessa macchina comunale verso il traguardo e vedere progredire l’indicatore. In questi giorni d’estate però è stato raggiunto il primo simbolico obiettivo: il «contacase» del portale online di Palazzo Marino segna quota mille. Siamo a un terzo della corsa. Tremila alloggi popolari sfitti da recuperare e assegnare fu infatti una delle «ossessioni» di Beppe Sala nell’ultima campagna elettorale. Una scommessa (anche politica) che il sindaco e la giunta vogliono riscuotere a fine mandato. «Forse siamo in leggero ritardo, ma sostanzialmente stiamo rispettando i tempi», dice un fiducioso Gabriele Rabaiotti, che da qualche settimana accentra le deleghe a Welfare e Casa: «È stato complicato far partire il programma», spiega.
Politica alta e non slogan

Mi pare la conferma di quanto avevo scritto qualche giorno fa e cioè che “le gride manzoniane” del possibile aumento dell’Iva, erano strumentali e funzionali per far passare una proposta di governo che fortunatamente, non ha raccolto il consenso di quasi nessuno, compreso quello del Capo dello Stato.
Nell’interesse del Paese, la legislatura prosegue, solo se si verifica in Parlamento e per rispetto degli italiani, la costituzione di una solida alleanza politica di ampio respiro che, responsabilizzi fino in fondo le forze che ne farebbero parte.
Non bisogna avere paura del confronto

“Non bisogna mai avere paura del confronto: i parlamenti servono a questo, a sviluppare confronto, dialogo, compromesso”. Risponde così David Sassoli alle domande su una possibile alleanza di governo del Partito Democratico con il Movimento 5 Stelle. “Noi siamo molto contenti che la scelta e il consenso per la presidente Commissione Ue Ursula von der Leyen sia stato così ampio e abbia trovato anche delle solidarietà ad esempio dal M5s”, ha poi proseguito il presidente del Parlamento europeo, presente al meeting di Comunione e Liberazione a Rimini. ”È stato fatto tutto con grande trasparenza e il dialogo è necessario perché nessuno è autosufficiente. Chi pensa di essere autosufficiente, credo che non sia utile in questo momento né all’Europa né all’Italia”.
Qui funziona solo Milano

È passata la mia proposta

Vuole tenersi leggero. Forse per sfuggire alle trame di Renzi o a quelle dei grillini. E così Nicola Zingaretti, dopo aver incassato l’unanimità in direzione sui suoi 5 punti, si concede un’insalata all’ultimo piano della Rinascente. Per poi ficcarsi al Nazareno. Un tragitto di poche centinaia di metri a piedi. Abbastanza sufficienti per provare a capire come si muoverà il Pd oggi al Quirinale.
Segretario Zingaretti, con questi cinque punti proposti al M5S sta togliendo gli alibi ai grilini o a Matteo Renzi?
«Non si tratta di togliere alibi a nessuno. Il M5S accetta questi punti o fa saltare il banco e se ne prende la responsabilità. Ma almeno così è chiaro che da parte nostra, come Pd, non c’è alcun tipo di subalternità».