Le sfide del PD al Governo

Gli ultimi eventi che si sono accavallati non ci devono far rimuovere le ragioni di quello che è successo e delle scelte che abbiamo fatto.
Per capire la situazione attuale dobbiamo ripartire da lì.
L’8 agosto abbiamo chiuso l’attività del Senato convinti che il Governo giallo-verde sarebbe rimasto in piedi mentre poco dopo c’è stata la scelta assolutamente consapevole di Salvini di chiudere quell’esperienza e di chiedere le elezioni anticipate per avere “tutti i poteri per risolvere i problemi dell’Italia”.
Le scelte che abbiamo fatto e la tempistica in cui le abbiamo fatte sono una conseguenza di quel messaggio.
Lo sciame sismico della politica italiana

Un terremoto è un disastro di prima grandezza, e lascia dietro di sé lutti e rovine: tuttavia ha un inizio ed una fine. Uno sciame sismico è un succedersi di piccole scosse, piccole , ma tali da creare fastidi di ogni genere a chi vive nell’area interessata provocando una sensazione di continuo malessere e di pericolo latente.
Dovendo quindi cercare un termine di paragone per la situazione politica italiana, l’immagine dello sciame sismico appare quella più indicata, giacché da molti anni la fase di transizione in cui il nostro fragilissimo sistema viene a trovarsi non si concretizza nell’approdo a destinazioni stabili, aumentando oltretutto il distacco fra rappresentati e rappresentanti ben espresso dal continuo declinare del numero dei partecipanti al voto a tutti i livelli.
Dividere il PD ora è un grave errore

Il nuovo Governo, l'economia, la sicurezza, l'Europa

Intervento a Skytg24.
Mi pare che abbiamo fatto la scelta, annunciata dallo stesso Orlando qualche giorno fa, di promuovere una discontinuità rispetto a chi era stato al Governo in questi anni e lo abbiamo fatto mettendo delle prime file. Credo che il Vicesegretario del PD De Micheli sia una prima fila; Gualtieri è una figura che ha diretto il bilancio europeo e, quindi, sicuramente è una persona di prima fila. Credo anche che la scelta di Orlando di stare al partito sia importante perché dà il segnale, dopo due legislature in cui Orlando è stato Ministro, che bisogna tornare a investire e essere presenti sul territorio e, dunque, occuparsi del partito.
Così cambio il Pd

Il segretario del Pd Nicola Zingaretti in un’intervista al Corriere ammette che un po’ se l’aspettava. Perché Renzi era sì vicino al partito ma aveva un atteggiamento di «non partecipazione alla vita del partito che francamente non ho mai compreso fino in fondo». Però è una rottura che «dispiace» perché è «un errore dividere il Pd». Anche se poi aggiunge che non ha capito il perché dello strappo di Renzi. Ma Zingaretti ribadisce anche che «ora il nostro compito è molto chiaro»: bisogna «portare nel futuro il Pd. Anzi, meglio, il Pd che può ricostruire una speranza per l’Italia». Anche il premier Conte è intervenuto sulla scissione tra i democratici: «Renzi è stato poco trasparente». Intanto Renzi ha annunciato il nome del suo partito: «Italia viva».