Macron può vincere senza i partiti

Il problema di Macron, aggiunge, sono le elezioni legislative di giugno, "però il sostegno che ha avuto dopo il primo turno è la migliore premessa per creare una coalizione di governo".
Riflessioni sul primo turno delle presidenziali francesi

2. Il Partito socialista mitterandiano non esiste più, vittima di un'Opa ostile condotta da Macron sul versante riformista e da Melenchon su quello massimalista. Per troppo tempo i socialisti francesi sono stati indecisi fra declamazioni rivoluzionarie e prassi riformiste, ed ora la politica gli presenta il conto (se continuava la cura della Ditta sarebbe stata questa anche la sorte del PD). L'unica rifondazione possibile per quel partito sta nel collocarsi decisamente sul terreno del centrosinistra europeo.
In Francia nasce il centrosinistra

«Con Macron anche in Francia è nato il centrosinistra». Piero Fassino, leader del Pd e responsabile esteri, rivendica l’esempio che il Pd ha dato dieci anni fa, superando la sinistra tradizionale.
Fassino, un sospiro di sollievo per Macron al ballottaggio?
«Certamente l’esito di Macron è confortante, anche se è molto preoccupante il consenso raccolto dalla Le Pen. E al ballottaggio è auspicabile che intorno a Macron si realizzi la convergenza di tutti coloro che non vogliono che la Francia e l’Europa finiscano nelle mani di una destra populista e anti europea».
«Certamente l’esito di Macron è confortante, anche se è molto preoccupante il consenso raccolto dalla Le Pen. E al ballottaggio è auspicabile che intorno a Macron si realizzi la convergenza di tutti coloro che non vogliono che la Francia e l’Europa finiscano nelle mani di una destra populista e anti europea».
Macron e Le Pen al ballottaggio in Francia

Il conservatore Francois Fillon è arrivato al terzo posto con il 20,3%, e Jean Luc Mélenchon, esponente dell'estrema sinistra al quarto con un più che dignitoso 19,5%.
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