«Il mio ciclo alla guida del Pd si è chiuso. Sono stati 4 anni difficili ma belli. Abbiamo fatto uscire l’Italia dalla crisi. Quando finirà la campagna di odio tanti riconosceranno i risultati. Ma la sconfitta impone di voltare pagina. Tocca ad altri. Io darò una mano: noi non siamo quelli non che scendono dal carro, semplicemente perché il carro lo hanno sempre spinto. Continuerò a farlo con il sorriso: non ho rimpianti, non ho rancori».
Nell’immediato futuro che attende il PD, dovremo affrontare un primo tema politico, prioritario in queste settimane, il tema governo/opposizione sul quale la stragrande maggioranza del Partito ha già con chiarezza espresso una posizione ferma: noi siamo stati bocciati, al governo vada chi ha vinto.
Sappiamo tutti però che saremo chiamati, da subito, a produrre idee oltre che decisioni; dalla Direzione di Lunedì fino all’assemblea dove, immagino, sceglieremo il segretario, e oltre.
Dovremo capire come mettere in campo il massimo della condivisione, facendo autocritica, ma senza trattare quello che è stato fatto in questi anni con i governi del PD come qualcosa da bocciare o di cui vergognarsi, perché sarebbe una follia.
«Si apre una nuova fase». Secondo Chiara Braga e Angelo Orsenigo – appena eletti rispettivamente alla Camera dei Deputati e al Consiglio Regionale della Lombardia – l’unica medicina per digerire la sconfitta è «ripartire dal coinvolgimento delle persone e dall’ascolto». «A Roma ci collochiamo all’opposizione - dice Braga – dopo cinque anni in cui, lo rivendico, abbiamo risollevato le sorti del Paese. Il nostro lavoro non è stato sufficientemente premiato. Ora sento una responsabilità ancora maggiore, perché c’è da ricomporre un campo che esce molto ammaccato dalle elezioni». «Tante persone hanno aspettative e voglia di impegnarsi, alcune si sono avvicinate proprio in questa fase – aggiunge – Il vero problema della sinistra, non solo italiana, è quello di non riuscire a rispondere alle istanze delle persone più fragili, è preoccupante e bisogna lavorarci».
Queste elezioni ci han consegnato un panorama politico totalmente frastagliato. Fughiamo ogni dubbio: non è colpa del Rosatellum. O meglio, non lo è nella composizione delle Camere.
Se avessimo avuto un sistema all’inglese, sarebbero passate solamente due forze politiche, sostanzialmente equivalenti, con impossibilità di accordi a causa delle (apparenti) divergenze ideologiche. Mattarellum? Basta invertire i numeri di elezione tra proporzionale e maggioritario, e avremmo un risultato analogo. Sistema tedesco? Non applicabile, loro hanno un numero variabile di parlamentari in un sistema monocamerale (4 dicembre…do u remember?).
Come ho detto a quanti, numerosi, si sono confrontati con me, sono assolutamente convinta che non si debba dare alcun sostegno ad un governo di 5 stelle ne’ ad uno del centrodestra (che vuol dire, oggi, della Lega). Abbiamo perso e coerentemente dobbiamo andare all’opposizione. Il senso di responsabilità non puó portare a comportamenti che annullerebbero la nostra dignità poltica. Abbiamo perso le elezioni per molti motivi che conosciamo (la paura dell‘immigrazione, la lusinga delle promesse impossibili) e per altre più profonde che dovremo approfondire e analizzare con serietà (come la crisi delle sinistre in tutta Europa, la “mutazione” culturale anche di parte del popolo di sinistra perchè l’individualismo permea ormai molta parte della societa, ...).