Giovanni Bianchi un anno dopo

Nella sua introduzione ad un libro del 2005 significativamente intitolato “Testimoni e maestri” Giovanni Bianchi annotava: “Siccome vi è un rapporto stringente tra passato e futuro, e chi non sa di dove viene non sa neppure dove andare, la cura delle radici non è elemento politicamente facoltativo. Soprattutto in una fase dove le storie finiscono”.
Assemblea di Libertà Eguale

Gli interventi sono stati ripresi da Radio radicale:
Video della seconda giornata» Con interventi di Erminio Quartiani, Giovanni Matteoli, Massimo Pellizzato, Luigi Covatta, Roberto Vitali, Giovanni Cominelli, Ranieri Bizzarri, Marco Leonardi, Marco Bentivogli, Enrico Morando ecc.
AreaDem a Cortona - 31 agosto-2 settembre

Cominceremo venerdì 31 agosto alle ore 15.30.
In quel pomeriggio è previsto in particolare l’intervento del Prof. Mauro Magatti, sociologo ed economista, professore ordinario di Sociologia presso la Facoltà di Scienze politiche e sociali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, cui abbiamo chiesto di fare un ragionamento di apertura sulle sfide che la crisi ha posto e pone alla politica progressista e riformatrice.
In quel pomeriggio è previsto in particolare l’intervento del Prof. Mauro Magatti, sociologo ed economista, professore ordinario di Sociologia presso la Facoltà di Scienze politiche e sociali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, cui abbiamo chiesto di fare un ragionamento di apertura sulle sfide che la crisi ha posto e pone alla politica progressista e riformatrice.
De PD loquendo

Domandarsi perché è doveroso, per il centrosinistra in particolare, anche se la risposta, a mio avviso, non è difficile da intuire. La crisi dei "riformisti" (se posso definire così la coalizione che aveva nel Pd il suo epicentro) ha raggiunto il suo culmine in occasione della vicenda referendaria di due anni fa, che ha registrato la "ribellione" pubblica dei futuri (allora) scissionisti del Pd contro le decisioni assunte, sul tema, dagli organi ufficiali del partito stesso.
Così assetati di poltrone che si vogliono spartire anche il Cai
Alla Lega e al Movimento 5 stelle, sempre in nome del cambiamento, ma verso la ricostruzione della Prima Repubblica, non basta spartirsi tutti i posti che ci sono in Rai, alle Fs e in Cdp. Non ancora sazi, quelli dell'Italia agli italiani e quelli dell'uno vale uno ora hanno bisogno di altri spazi per soddisfare i propri appetiti, mettendo anche in discussione l'autonomia di altri enti e organizzazioni che, negli anni, hanno costruito una loro, sana e importante, autonomia dalla politica.