Sull'acqua non servono leggi fatte male

»C'è un problema di reperibilità delle risorse e secondo Braga un'ipotesi potrebbe essere di obbligare le imprese a reinvestire tutti gli utili che si ottengono dalla gestione dell'acqua. Inoltre, sottolinea Braga, "bisogna avere anche la capacità di attrarre investimenti".
Il clima estremo impone spese per 7 miliardi

E' una cifra impressionante. Di poco inferiore al fatturato annuo del colosso della distribuzione Esselunga. E paragonabile alla capitalizzazione di Borsa di una big della farmaceutica come Recordati o della prima assicurazione italiana nel danni, UnipolSai. Ammonta a 7,2 miliardi il fabbisogno di investimenti del settore idrico italiano per garantire, nei prossimi anni, un approvvigionamento sicuro di acqua potabile, in particolare alla luce dei fenomeni climatici sempre più estremi, come siccità e alluvioni, che colpiscono anche il nostro Paese.
È questa l’indicazione che emerge da un’indagine realizzata da Utilitalia, la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche italiane, che sarà presentata oggi al «Festival dell’Acqua» di Bressanone.
I Fridays for Future e noi

Articolo pubblicato da Cooperazione & Solidarietà.
L’ultimo mese ha visto affacciarsi prepotentemente sulla scena internazionale, e anche italiana, il movimento dei ragazzi di Fridays for Future, che tutti i venerdì hanno deciso di scendere in piazza per ricordare a tutti l’urgenza di lottare con forza, determinazione, e adesso, contro i cambiamenti climatici, in difesa dell’ambiente e del futuro.
Simbolo di questo movimento di giovani è divenuta Greta Thunberg, l’adolescente svedese che, con la sua determinazione e la sua forza gentile e ostinata, ha obbligato i potenti della Terra, l’opinione pubblica mondiale, a mettere finalmente in agenda la questione dei cambiamenti climatici.
11 anni all’Armageddon

In campo per un'Italia e un'Europa sostenibili

L’Italia però non è tra questi: il nostro Paese rappresentato dal premier Conte non ha firmato l'appello che chiede all’Unione europea di azzerare le emissioni di gas serra entro 2050. Una scelta sbagliata e antistorica, che danneggia l’Europa e l’Italia.
I più recenti e accreditati studi scientifici internazionali dimostrano che proprio il bacino del Mediterraneo sta maggiormente sperimentando l'impatto dei cambiamenti climatici rispetto ad altre aree del pianeta.