Abbiamo fatto una manovra utile, importante e non scontata

Questa sembrava una manovra da far tremare i polsi e forse qualcuno prima di noi si era spaventato e ha deciso di andarsene prima.
Avevamo da evitare le clausole di salvaguardia, che non erano le stesse degli anni precedenti ma molto più alte.
Avevamo da pagare costi aggiuntivi dati una crescita che era prevista nel precedente Bilancio dello Stato all’1,5% e, invece, non è stata più dello 0,2%.
Avevamo da pagare il costo di un anno di spread a oltre 300 punti, che ha fatto costare tanto il nostro debito pubblico.
Sembrava difficile farlo.
Ora una nuova agenda per affrontare i problemi degli italiani

“Agli alleati diciamo che in noi troveranno sempre alleati aperti. Il Pd é una forza responsabile e seria che non urla, ma la strada del governo va condivisa, come una cordata. A Conte l’onere di guidarla. Noi saremo i più leali ma agli alleati chiediamo la stessa lealtà, perché anche la pazienza ha il limite nella sopportazione”. La relazione del segretario Nicola Zingaretti apre la direzione del PD affrontando con grande chiarezza la posizione del partito all’interno del governo, anche in vista dell’annunciata verifica di gennaio. Zingaretti ricorda il lavoro svolto dal Partito democratico in questi mesi “per rafforzare il profilo di una forza riformista” che “non si nutre di polemiche, e non rinuncia a impegnarsi per una prospettiva di crescita.
La sinistra perde se guarda indietro

Presidente Sassoli, come legge il risultato delle elezioni britanniche?
«La Brexit è una ferita ma l’esito delle elezioni porta ad un’uscita ordinata del Regno Unito scongiurando il no deal e mettendo fine a tre anni di confusione ed incertezza. Ora ci aspettiamo che finalmente le istituzioni britanniche completino in fretta la ratifica dell’accordo perfezionato a ottobre. Appena lo faranno, il Parlamento europeo sarà pronto ad esprimersi per arrivare all’uscita il 31 gennaio. Dopodiché potremo pensare alle future relazioni tra Europa e Gran Bretagna. Naturalmente tutto sarà condizionato dal rispetto degli accordi, compresi i 40 miliardi che il Regno Unito dovrà versare alle casse dell’Ue per impegni già assunti».
Ora subito gli Stati Uniti d’Europa

«L’idea di un’Europa senza Gran Bretagna è un fatto storico che dovrebbe aprire nell’Unione una riflessione di grande respiro. O decidiamo di dare vita agli Stati Uniti d’Europa o il rischio di una involuzione del processo europeo è davvero elevato». Primo segretario del Pd, ex ministro e sindaco di Roma, oggi scrittore e regista, WalterVeltroni guarda con preoccupazione alle conseguenze delle elezioni britanniche: una Brexit da concludere al più presto, come ha promesso il vincitore Boris Johnson, «e pensare che l’Unione europea unita, con anche la Gran Bretagna, è stata una grande utopia realizzata». Ma riflette anche sulla débàcle dei Laburisti, travolti dai conservatori anche in alcuni feudi storici.
In Gran Bretagna hanno vinto le bugie di Johnson

I fatti di questi tre anni di convulsioni politiche seguite al referendum del 2016 hanno già dimostrato ampiamente la verità, con aziende che traslocano, persone che perdono il lavoro e segnali economici preoccupanti, ma evidentemente non è ancora abbastanza affinché il popolo inglese, e soprattutto quella parte che abita nei territori più marginali, apra gli occhi.