È l’ora di prepararsi a un altro modello socio-economico

«Non torneremo alla normalità, perché la normalità era il problema», è una frase che non mi esce dalla testa. In questi giorni, sbarrati in casa, spero che a nessuno sfugga l’importanza della riflessione sul post-Covid. I discorsi istituzionali ci annunciano privazioni sempre meno sopportabili in cambio di un “fuori dal tunnel” dove ci riabbracceremo, ci stringeremo la mano e torneremo in piazza. Mi chiedo: è questo davvero quel che speriamo per il domani? Tornare da dove siamo partiti? Ai virus culturali che avevamo? Io non voglio tornare da dove ero partito.
Dobbiamo rinascere

Aiutiamoci a fermare il contagio

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Buone notizie dall’Europa

La Commissione europea ha approvato un regime di aiuti per l’Italia da 50 milioni di euro per sostenere la produzione e la fornitura di dispositivi medici, quali ventilatori e dispositivi di protezione individuale, quali mascherine, occhiali, abiti e tute di sicurezza. Il regime aiuterà l'Italia a fornire le cure mediche necessarie alle persone infette, proteggendo nel contempo gli operatori sanitari e i cittadini. Il regime è stato approvato nell'ambito del quadro temporaneo di aiuti di Stato a sostegno dell'economia nel contesto dell'epidemia COVID-19 adottata dalla Commissione il 19 marzo 2020.
Il tempo della cura

Oggi a quest’ora avrei dovuto prendere la parola dal palco del San Fedele, salutare e ringraziare.
Il XXXI congresso delle Acli milanesi si sarebbe concluso con l’elezione del nuovo consiglio ed io sarei tornato felicemente ad essere un aclista semplice. Cosa che – non preoccupatevi – succederà appena sarà terminata questa situazione di emergenza nella quale siamo tutti coinvolti e dalla quale siamo tutti sconvolti. (Se non prima se si renderà opportuno).