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Dobbiamo ripensare il modo in cui vive il pluralismo dentro al PD

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli
Intervista di Radio Popolare (video).

Credo che oggi alla Direzione Nazionale del PD ci debba essere una discussione libera da condizionamenti e imposizioni e si dovrà valutare la situazione per quella che è in questo momento.
È evidente che avremmo voluto che ci si potesse confrontare sulla possibilità di avviare una trattativa con M5S o meno dopo la missione affidata dal Presidente della Repubblica a Fico ma quell’ipotesi è uscita dalle cose possibili, anche per responsabilità di M5S che non ha voluto attendere l’esito della Direzione del PD.
A questo punto occorre discutere di come ricominciare.
C’è, però, una questione preliminare che credo verrà posta da molti ed è il tema di chi governa questa fase nel PD. In un Paese normale ciascuno deve fare il proprio compito, guardando all’interesse del Paese e noi abbiamo bisogno che sia chiaro chi governerà questa fase e chi governerà questa fase deve essere pienamente legittimato.
Non penso che questo sia interesse solo di una parte del PD o di alcune aree ma è interesse di tutto il PD e spero che su questo punto si possa uscire con una soluzione unitaria.
Un voto sarà comunque necessario.
Troverei strano se chi ha fatto il congresso insieme a Maurizio Martina e lo ha designato Vicesegretario oggi si opponesse alla sua piena legittimazione per condurre la prossima fase fino all’Assemblea Nazionale o eventualmente al Congresso.
Penso anche che alla discussione di oggi ci sia bisogno di una premessa che esige chiarezza su chi dirige il partito e che consenta di liberare la nostra discussione, in cui le diverse posizioni si possano confrontare democraticamente e liberamente. Noi abbiamo bisogno di ripensare il modo in cui vive il pluralismo dentro al PD.
Non è possibile che avvengano cose come quelle che stanno avvenendo ormai troppo spesso per cui chi esterna posizioni diverse venga delegittimato anziché ricevere risposte sul merito delle questioni che pone.
È evidente che dobbiamo chiudere questa fase dei “senza di me” e degli appelli alla rivolta contro chi la pensa in maniera diversa. Questa è la condizione per ricostruire un dibattito normale in un partito che ha nel pluralismo il proprio identikit. Siamo nati così e, se appiattiamo tutto, rischiamo di farci davvero del male.
Sulla legge elettorale penso quello che pensa il PD, cioè che serve una legge elettorale che consenta ai cittadini di decidere chi governa e che dia a chi vince le elezioni i numeri sufficienti in Parlamento per poterlo fare dal giorno dopo delle elezioni. Tutto ciò in un sistema bicamerale diventa difficile, come ha dimostrato la Storia, per cui si potrebbe anche ragionare del superamento del bicameralismo, che è sicuramente un elemento di ulteriore instabilità.

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