Il referendum catalano non è uguale a quello lombardo

In merito ai parallelismi che la Lega fa tra il referendum per l'indipendenza della Catalogna e i referendum di Lombardia e Veneto per l'autonomia, riportiamo i commenti di Sara Valmaggi e Franco Mirabelli.

Sara Valamggi: No a polemiche sulla Catalogna. La decisione di non sottoscrivere un documento sulla crisi catalana proposto in ufficio di presidenza nasce dal fatto che non ritengo utile ed opportuna una presa di posizione dell’Ufficio di presidenza. Credo che la situazione sia così complicata che ogni presa di posizione potrebbe essere male interpretata o peggio strumentalizzata.
Si tratterebbe, inoltre,di un’eccezione, poiché non mi risulta che in passato l’Udp abbia espresso valutazioni politiche, per di più su particolari fatti internazionali, senza aver ricevuto un preciso indirizzo di tutto il Consiglio.

Franco Mirabelli: Il referendum lombardo è molto diverso da quello catalano.

Con il referendum catalano si chiede l’indipendenza: la Regione più grande e più rilevante della Spagna chiede di votare per andare via dal Paese. Oltre ad essere una richiesta incostituzionale, è evidente che crea una reazione. Auspico che alla fine prevalga il buon senso. Andava gestito diversamente, magari dando la possibilità alle Regioni di trattare per avere maggiori poteri e maggiore autonomia, come è stato fatto in Italia. L’indipendenza, però, è un’altra cosa.

Difficilmente un Governo nazionale può accettare la richiesta di indipendenza unilaterale da Regioni così importanti come la Catalogna.

Il clima in Spagna è sicuramente molto teso già da tempo, come si è potuto notare anche in seguito agli attentati terroristici a Barcellona. Contrariamente a quanto avvenne in altri Paesi, lì ci fu subito il palleggiamento di responsabilità tra Governo Nazionale e Catalano e ci fu un’evidente contestazione del Governo nazionale alle manifestazioni di cordoglio che, invece, avrebbero dovuto dare l’idea di un Paese unito contro il terrorismo.